Poesie

La rivoluzione

È cominciata la Rivoluzione,
che era già prevista e preparata.
Lo squillo della tromba è risuonato
mistero dentro il seno di Maria.

Da Gabriele è stato consegnato
segretamente il rotolo firmato
fra le pareti della consacrata.
Ne parlerà lei stessa alla cugina.

N’è scosso il non nato Precursore.
La madre stenta a reggerlo nel seno.
Diventerà il Profeta del deserto.
Farà tremare il regno intorpidito.

Comincia sulle rive del Giordano
col suo battezzar penitenziale.
Causerà vergogna al re Erode
e ai corrotti suoi cortigiani.

Si serviran di Cristo contro Cristo,
mettendolo sul legno della croce
per sbarazzarsi d’un fastidiatore,
tacciandolo nemico d’Augusto.

Ma il re Erode e poi lo stesso impero
dovrà piegar la testa a quel Messia,
che muove un esercito d’inermi
per sbaragliare ogni usurpatore.

Oh! Come fu profetico il poema:
Adesso io magnifico il Signore
e tutta esulto in Dio Salvatore;
la sua serva ha fatto sua Regina.

Diranno a me “Beata” i riscattati.
Conquisteranno il mondo con la pace.
Fratelli si faranno ai più lontani
e chiameranno amici i nemici.

La verità diventa una spada,
che scaccerà le tenebre dal mondo.
Non ci sarà più posto pei superbi
e spezzerà l’amore ogni spada.

Previsto è per i poveri un trono
e la conquista piena per i miti.
Il suo valore l’oro perderà,
perché saranno altri i tesori.

E resteranno vuote quelle mani,
che sollevavan scettri al comando.
Invano suoneran le loro trombe
i condottier rimasti senza esercito.

Il nuovo Israele ha un re perenne.
Governerà il mondo nella pace.
Si nutriranno tutti dell’amore,
ch’è già lo specchio dell’eterno regno.

P. G. Alimonti OFM cap, “ L’altro consolatore”, La rivoluzione, pp 63-64