La mia stella polare
La prima volta arrivai ad Assisi con un gruppo di confratelli giovani come me. Da solo camminai a piedi per quelle vie. Visitai le basiliche ed altre chiese. Il cuore mi batteva forte. Era come se da un momento all’altro, potesse sbucare il Serafico Padre o sentire da qualche parte la sua voce.
Quando vado a San Giovanni Rotondo mi sento a casa, perchè ho trascorso anni vicino a Padre Pio. Il mio punto di riferimento, la mia stella polare era lì. E così sarà sempre. Come sono vivi quei giorni pieni di preghiera! Quell’abbraccio paterno, che apriva e chiudeva la lunga giornata. Le sue braccia ti sfioravano come le ali di un angelo. Il suo sguardo era profondo, il suo viso era tenero, il suo cuore era tanto simile a quello di Gesù, pieno di carità e di misericordia. A lui ho affidato la mia anima, il mio sacerdozio, la mia vita.
L’ultimo abbraccio l’ho ricevuto insieme ai confratelli la sera nella sua cella. Coricato sul lato destro, la corona del rosario in mano; mi ha stretto al suo volto e mi ha ripetuto più volte: “Buona notte, figlio mio”. Da tempo pensavo, “Finchè c’è Padre Pio, per me, tutto è luminoso, tutto è facile, ma quando se ne andrà lui, per me comincerà la notte!”.
Un brivido mi scosse dalla testa ai piedi pur non sapendo, che quella era l’ultima notte della sua vita.
Alla città di Pescara sono felice di dare tutto il tempo e le forze. è qui la numerosa e assidua comunità di fedeli cui mi dedico ogni giorno insieme alla Fraternità Cappuccina. La nostra Basilica-Santuario, dedicata alla Madonna dei sette dolori, è il cuore spirituale della città di Pescara.
P. Guglielmo A., Omelia 17 settembre 2006 a Guardiagrele