Io aspetto
Io aspetto
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Il prodigo sâè preso
quello che gli spettava
ed ha sciupato tutto.
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Costretto dalla fame,
è ritornato a te.
Vuol solo sopravvivere.
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Lâaccogli con lâabbraccio,
e lui capisce subito,
che non ha perso il padre.
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Ă lui che sâera perso
lontano da suo padre,
e in piĂš lâaveva offeso.
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Nemmeno sâera accorto,
che in mezzo alla sua roba,
ci stava il cuor del padre.
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Il suo fratello âbeneâ,
di fronte a quella festa,
scompare irritato.
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Invano il padre ha detto:
– Ma quel châè mio è tuo,
amato figlio mio! –
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CosÏ è portato via
di nuovo il cuor del padre.
Per lui la festa è triste.
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Che forse avrĂ pensato:
– Ă meglio avere niente
oppure non dar niente?
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Ma certamente no!
Io amo tutti e due
e dono a tutti e due.
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O sono ricchi eredi,
o vanno in povertĂ ,
son sempre figli miei.
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E prima o poi verranno
in cerca dellâabbraccio.
Io aspetto ancora qui -.
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P. G. Alimonti OFM cap, ” Il tempo della luce”, Da ieri a domani, pp 175-176