Inchiodato
L’incredulo cavaliere d’Assisi toccando i chiodi nelle mani e nei piedi di Francesco, composto nel sereno sonno della morte, indovina quale dovette essere la vita di Francesco e, scoppiando in dirotto pianto, grida: «Non è Francesco: è Cristo!».
È bella questa confessione, ma quanto più bello sarebbe, se gli occhi nostri vedessero la verità, prima che gli occhi dei santi si chiudano nella morte.
Note
(1) Leg. mag. XV, 4 FF. 1249:
– Uno di loro, un cavaliere dotto e prudente, di nome Gerolamo, molto noto fra il popolo, siccome aveva dubitato di questi sacri segni ed era incredulo come Tommaso, con maggior impegno e audacia muoveva i chiodi e le mani del Santo, alla presenza dei frati e degli altri cittadini, tastava con le proprie mani i piedi e il fianco, per recidere dal proprio cuore e dal cuore di tutti la piaga del dubbio, palpando e toccando quei segni veraci delle piaghe di Cristo. –
INCHIODATO
Poiché l’amor mi tolse dalla morte
solo morir volevo per amore.
Il contemplarlo in croce era mia vita
e sulla croce insieme a Lui morire.
Non cireneo forzato a sollevarLo,
ma petto e mani e piedi offrivo al fuoco
di carità, che infiamma fino a morte,
per non veder la Vita senza vita.
Non che forzar la man di Dio volessi
a far di me suo cristo sulla croce,
ma il cuor non mi reggeva a rimirare
il Tutto in croce e il nulla in libertà.
Si caricò di tutti i peccatori
e li portò dal Padre perdonati,
ma chi ritorna al gorgo del peccato
un’altra volta inchioda il Salvatore.
Perciò gridava tutta l’alma mia:
o mio Signore, o Bene mio, Gesù,
prima di rinchiodare Te, dovranno
appender le mie carni sulla croce.
La mia richiesta accolta fu da Dio
e voi vedeste squarcio nel mio petto
e rimiraste chiodi nei miei arti,
allor che in morte nudo fui disteso.
Il cavalier Girolamo d’Assisi
come Tommaso, in dubbio, i chiodi mosse,
poi esclamò, piangendo, ad alta voce:
«Non è Francesco, è Cristo sulla croce!». (1)
P. Guglielmo Alimonti, Ritratto francescano, vol. 2, pp. 200-201