Testimone

Il progetto di Angiolino

Renzo Allegri: nel libro “Padre Pio uomo della speranza”, Mondadori – (pp 168-170) delinea in modo preciso
e simpatico il personaggio di Angelo Lupi.
“Bisognava avere un progetto; il Padre esaminò quelli che erano stati presentati.
Rimase pienamente soddisfatto soltanto di uno, che era firmato da un certo ingegner Candeloro di Pescara, e
decise di realizzarlo.
Fu convocato l’autore e si scoprì che l’ingegner Candeloro non esisteva; il progetto era stato
fatto dal signor Angiolino Lupi che non era neppure geometra.
Abruzzese, figlio di povera gente, Angiolino Lupi aveva frequentato le scuole solo fino alla quinta elementare.
Non aveva mai avuto un lavoro specifico.
Quando si presentava la possibilitĂ  di un impiego, si improvvisava esperto di quel settore e tentava la sorte.
… Lasciato il paese nativo Castel Frentano (Ch), Angiolino aveva lavorato a Chieti, a Lanciano, a Pescara, a
Roma, in Siria e in Egitto.
Aveva fatto il falegname, il decoratore, il tornitore, lo scenografo. Era un omone alto e solido. Portava calzoni
alla zuava, maglione e scarponi.
Aveva un carattere tremendo. Una volta, mentre lavorava in un convento, aveva litigato con i frati e, in uno
scatto d’ira, ne aveva legati otto a un’impalcatura.
Quest’uomo così strano e bizzarro piaceva a Padre Pio, che lo volle accanto a sé.
Lupi diventò progettista, realizzatore e direttore dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza.
In poco tempo organizzò un cantiere che era un prodigio.
Trasformò i braccianti agricoli della zona garganica in falegnami, fabbri, muratori, carpentieri, decoratori, pittori. Parecchi di questi operai li reclutò a Castel Frentano.
Superando enormi difficoltà tecniche, realizzò un’opera, che insigni architetti hanno definito un “autentico
miracolo”.
Avvenne che un ingegnere elettronico di Foggia denunciò Angiolino all’autorità giudiziaria per “esercizio
abusivo della professione”.
Informando Padre Pio dell’accaduto, Angiolino chiese preoccupato: “Mi metteranno dentro?”.
“Non temere figliolo – rispose il Padre – i giudici avranno buonsenso. Colui che ti ha denunciato ha avuto
la sua laurea dagli uomini; tu invece l’hai avuta da Dio”.
Il processo svanì come una bolla di sapone.
… Scorrendo la lista delle offerte giunte durante la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza, si incontrano commoventi episodi.
Accanto alle cifre vertiginose offerte da gente ricca, si trovano le mille lire di una maestra pensionata, le dieci
lire inviate da un bambino sordo, le cinquanta lire portate da una madre vedova, che con quella offerta si privava di
ogni sua sostanza.
… Papa Pio XII, qualche giorno dopo l’inaugurazione (5 maggio 1956) ricevendo quei medici disse: “L’ospedale di San Giovanni Rotondo, che apre ora i battenti, è il frutto di una delle piĂą alte intuizioni, di un ideale lungamente maturato e perfezionato a contatto con i piĂą svariati e piĂą crudeli aspetti della sofferenza morale e fisica dell’umanità”.
Angelo Lupi, quando si ammalò gravemente, volle essere portato a San Giovanni Rotondo.
Disse precisamente: “Portatemi al mio ospedale”.
Io ho seguito il suo feretro dal cimitero di San Giovanni Rotondo fino alla sua casa di Montesilvano (Pe).
La sua famiglia è rimasta molto devota di Padre Pio.
La vedova ha offerto all’ospedale Casa Sollievo l’autoritratto bronzeo in mezzo busto di Angelo.
Il Professor Ernesto, suo figlio, ci teneva a raccontarmi che da bambino seguiva il papĂ  nella cella di Padre
Pio, e mentre essi erano a colloquio, egli si divertiva a curiosare o rimaneva seduto sul letto di Padre Pio.

P. G. Alimonti, OFM Cap, “Raggi di sole”, Vol. 1, pp 179-180-181-182