Il lamento di Eva
Dov’è il mio Abele,
il figlio prediletto,
lo specchio del mio cuore?
Non è con me Caino,
il figlio assassino,
che piango ancora vivo.
Dov’è il mio Adamo?
Sepolto è per sempre
da un cumulo di pietre.
Non vedo il suo volto;
è morta la sua carne;
ci resterĂ lo scheletro.
Io son rimasta sola!
Io son rimasta, solo
per piangere i miei morti.
E quanti ne verranno,
qual sangue del mio sangue,
tutti li piangerò.
La somma dei miei figli
è somma dei miei morti.
Oh, qual tragedia, Dio!
Affacciati dal cielo
e guarda le mie lacrime!
Consola il mio cuore!
Dolore così grande
vedevi accanto a me?
Perché tu mi creasti?
Ti posso almeno chiedere
che, perdonati e vivi,
con me li rivedrò?
Nel mare del dolore
tu fammi la promessa,
che esiste una speranza.
“O Eva, le tue lacrime
mi passano il cuore:
sì, te li ridarò!”.
P. G. Alimonti OFM cap, “Dentro la sfera”, Raggio spezzato, pp 13-14