Poesie

Fino a Roma

O Saulo di Tarso,
che cada la tua benda.
Carnefice sbagliato,
t’aspetta un’altra tenda.

Son cari al tuo Dio
i tuoi ricercati.
Son essi i nuovi eletti,
da Cristo son chiamati.

Presto li incontrerai
per esser battezzato.
T’abbracceranno in tanti,
sarai fratello amato.

Gesù l’ha stabilito,
sarai il vaso eletto.
Annunzierai al mondo
ciò che Gesù ha detto.

Ora Gerusalemme
udrĂ  la tua voce,
ma poi fino a Roma
predicherai la croce.

Tu dal divino Spirito
sempre sarai guidato.
Ripeterai a tutti:
“Cristo m’ha conquistato”.

In povertĂ  e zelo
dovunque giungerai
tu porterai ardore
e chiese fonderai.

Sarai prima accolto
e poi perseguitato
dal tuo stesso popolo,
che Cristo ha rifiutato.

Ti appellerai a Cesare
e a Cesare andrai,
legato in catene,
ancora parlerai.

Per la tua fede in Dio
sarai tu condannato.
Cittadino romano,
sarai decapitato.

Lì, fuori quelle mura,
è sorto il tuo altare;
e lì la nostra fede
veniamo a confermare.

E con la stessa fede,
il popolo cristiano,
va a venerare Pietro
sul colle Vaticano.

P. G. Alimonti OFM cap, “L’altro consolatore”, La rivoluzione, pp 215-216