E qua… qua
Padre Pio ha vissuto cinquant’anni di crocifissione.
Caso unico nella storia della Chiesa.
Sappiamo da testimoni che hanno visto la grande e dolorosa piaga della spalla. Nei suoi scritti fra Modestino Fucci lo conferma e a me l’ha riferito ripetutamente a voce.
Sappiamo della coronazione di spine e della flagellazione, che per affermazione dello stesso Padre Pio ai suoi Direttori, si ripeteva immancabilmente ogni settimana.
Uscì tempo fa sulla rivista “Casa Sollievo” in prima copertina una foto in cui Padre Pio appariva nella figura dell’Hecce homo. Era la persona di Padre Pio con la corona di spine e i rivoli di sangue. Si ritardò a pubblicarla nel timore che qualcuno potesse pensare ad un fotomontaggio.
La foto fu scattata da un sacerdote.
Abbiamo la cosiddetta “camicia della flagellazione”, che il Padre donò alla sua nipote prediletta, Pia Pennelli, la quale gli aveva chiesto un ricordo personale. È conservata a Pietrelcina, nel convento cappuccino. È comprovata dalla firma del notaio e della signora Pia, che mi raccontava questo evento sempre con grande commozione. È dentro una grande teca di vetro. Sono ancora visibili le striature oblique, trasversali e verticali del sangue, che il Padre versava sotto i colpi dei demoni. La temperatura corporea, controllata mattina e sera alla presenza dei medici, spesso superava i 40° e talvolta andava anche oltre 50°. Non dico nulla di nuovo. Questo e altro è stato scritto e da tanto tempo. A tutto questo si può aggiungere il tormento, che in certi periodi, gli procurava l’ingerire cibi e bevande.
Certamente le veglie e le fatiche prolungate del confessionale
rappresentavano un altro notevole sforzo per il suo fisico già tanto provato. La somma di queste sofferenze è un martirio. Ebbene, al dire dello stesso Padre Pio: “Un istante di martirio spirituale è molto più terribile di mille martiri fisici”.
Assommando tutto comprendiamo quale martirio sia stata tutta la vita di Padre Pio. Ricordiamo l’offerta che egli ha fatto di sé a Gesù. L’ha scritto nell’immagine-ricordo della sua ordinazione sacerdotale e l’ha ripetuto in quella del 50° delle stimmate.
Padre Pio è un gigante di santità, che la Chiesa può vantare ai giorni nostri, spesso sbiaditi e confusi tra sofismi, scetticismo e indifferenza religiosa.
Giovanni Paolo II invita i cristiani a “ringraziare Dio d’averci dato Padre Pio e d’avercelo dato in questo tempo”.
Racconto qui una piccola testimonianza personale.
Sulla veranda, ero solo vicino al Padre. Lo vedevo stremato.
Il suo pallore mi preoccupava. Ad un certo momento, nel bisogno di esprimergli tutto l’affetto, mi sono inginocchiato dinanzi a lui e gli ho chiesto con tenerezza: -Padre, dimmi come stai-.
Il Padre, portando la mano destra sulla tempia, mi ha detto: -Ho la testa che mi scoppia-.
Passando le dita davanti agli occhi ha continuato: -Ho gli occhi che mi si crepano- E infine poggiando la mano aperta sul lato sinistro del petto, ha scandito lentamente: –
E Qua! … qua! …-.
Poi quasi che volesse rimproverare se stesso per quella confidenza, ha riportato le mani sulle ginocchia ed è rientrato nel suo silenzio.
Di fronte a quella confessione mi sono sentito trafiggere dal dolore; un dolore impotente; una preghiera di clemenza a Gesù; un’offerta di me stesso, come possibile soccorso. Anch’io mi sono immerso nel silenzio.
Proprio la preziosità di questi momenti mi hanno fatto tacere per anni la mia esperienza con Padre Pio.
Il mio grazie a Gesù, sarà eterno.
P.G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 101