Che dice la gente
La parola “gente” comprende ogni ceto sociale,
ogni livello di cultura,
ogni atteggiamento spirituale,
ogni comportamento morale,
ogni apertura o chiusura mentale,
correnti di idee,
schieramenti politici,
una somma di opinioni e di pareri.
Né la somma, né la varietà di opinioni
potranno costituire l’ossatura
di una dottrina confessionale
o di un dogma religioso.
Perché Gesù pone così la domanda?
Insegna a porre attenzione
alla voce degli altri.
L’opinione pubblica
è una cassa di risonanza.
E se tutto un popolo
negasse la fede in Cristo
o qualunque altra fede?
Quando la fede è quella vera,
neanche un popolo intero potrebbe cancellare
una sola sillaba della verità.
La domanda di Gesù va letta e collocata
nel suo contesto storico, geografico e religioso.
Gesù si trova in un territorio
misto di ebrei e di idolatri.
Gli Ebrei che credono
nell’unico e vero Dio,
ascoltando e vedendo i prodigi di Gesù,
sono sfidati a riconoscere in lui
il Messia promesso dalla Scrittura.
Gli idolatri si trovano di fronte
ad un grande Maestro e taumaturgo.
Dice di essere Figlio di Dio:
è o non è così?
I discepoli che si muovono tra la gente
cosa hanno sentito?
Cosa possono riferire?
Un terzo scopo, quello che più
interessa a Gesù,
è cosa pensano e dicono essi,
chiamati ad essere i futuri testimoni.
Per Gesù la risposta naturalmente è scontata
ma vuole che la diano,
perché nella conseguenza
o è una risposta di fede
o è una ignoranza di fede.
Pietro diede per tutti la risposta giusta.
Pietro è “beato”.
Gesù è consolato.
P. G. Alimonti OFM cap, I colori del vespro, vol.2, pp 192-193