C’è il mio sangue
Era il 5 maggio del 1957.
Gli ambulatori erano già gremiti di infermi venuti
da ogni parte.
Medici e infermieri incarnavano nell’attività esemplare
l’ideale di premura e di carità inculcata dal Fondatore.
Squadre di operai, ingegneri e architetti si prodigavano
nella costruzione e di giorno in giorno si vedevano reparti
completati e attrezzati.
Quella mattina, dopo la confessione, Cleonice disse
amorevolmente a Padre Pio: “Padre, la Casa Sollievo è
sempre più bella. È proprio l’ospedale di Gesù”.
Padre Pio con la gioia e il sorriso sulle labbra rispose:
“In ogni pietra di quella costruzione c’è il mio sangue!”.
L’opera è grande e bella, ma non è ancora terminata
e Padre Pio sa che oltre i mezzi materiali e le fatiche e le
offerte e la tenacia degli operatori, dovrà pagare lui e solo
lui di persona: contrarietà, incomprensioni, umiliazioni,
lacrime, preghiere, prezzo di sangue.
P. G. Alimonti OFM cap, Raggi di sole, Vol. 1, pp 77-78