Beato Bonaventura da Potenza
Sac. francescano conventuale
– Potenza 4 gennaio 1651 + Ravello (Sa) 26 ottobre 1711
A 15 anni entra nel convento di San Francesco. âCâera da restare attoniti a vedere questo giovane pregare, sacrificarsi, donarsi, puntuale e ordinato, generoso e dolce, umile, tanto umile e mite come un Agnelloâ (P. Stefano Manelli – Beato Bonaventura da Potenza, p 24).
Per lo studio va ad Aversa e poi a Maddaloni.
A 18 anni sosta nel convento di Sapio. A 21
anni viene inviato ad Amalfi dove nel 1676
viene ordinato sacerdote. Successiva dimora Napoli dove incontra il Venerabile padre Domenico Girardelli da Muro. Fu trasferito a Maranola, poi a Giugliano, a Montella e a Sorrento. PerchĂŠ tanto peregrinare?
Tutti volevano la sua presenza. Nel convento di Capri rimase tre giorni immobile nellâoratorio. Il Padre guardiano gli aveva detto: âAspettami quiâ, ma poi dimenticò
quellâordine dato, sâimbarcò e tornò dopo tre giorni.
Lâobbedienza di padre Bonaventura fu sempre eroica. Dovette subire un intervento al ginocchio. Sopportò senza un
lamento lâoperazione mentre era sotto i ferri. Ripeteva con fervore: âMaria, Mariaâ. La Madonna cui dedicava tanti rosari era la sua forza. Trasferito a Ravello, viene accolto
da grande folla. Il vescovo lo volle suo confessore. Qualche giorno prima di morire disse al vescovo: âEccellenza, io presto partirò, vi occorre trovare un altro confessoreâ.
Poi si capĂŹ la sua profezia. Prima dellâagonia si sforzò di alzarsi e baciare i piedi al Guardiano che glielo vietò dicendo:
âBacia il Crocifissoâ. Lo fece con estremo amore.
Ricevette lâOlio degli Infermi. RipetĂŠ tre volte: âAve Mariaâ. Il corpo non entrava nella bara per errore del falegname.
Al comando del superiore si restrinse e vi entrò.
Emanava sudore come corpo vivo, era flessibile ed emanava profumo. Mentre la sua bara attraversava lâaltare, egli aprĂŹ gli occhi e si inchinò davanti al SS.mo Sacramento.
Nel 1740, alla ricognizione canonica, dopo 29 anni, il suo corpo era intatto e flessibile.
Flessibile e incorrotto,
intatto e profumato.
CosĂŹ rimani tu,
che fosti sempre un angelo.
Figlio di San Francesco,
tâaffidi a Maria,
lâImmacolata Vergine,
la Madre di GesĂš.
Lei ti farĂ da Madre
e lei ti farĂ da guida.
TâinfonderĂ nel cuore
la caritĂ perfetta.
NellâumiltĂ andrai,
seguendo le sue orme.
Avrai la sua corona
per sempre fra le mani.
Ă il rosario intero
il dono dâogni giorno.
E sei felice quando
tu puoi parlar di Lei.
Dellâobbedienza a Dio
il tuo voler si nutre.
Il superiore dice:
âSu mangia tutto il pesceâ.
Lo mangi con le spine
e stai per soffocare!
– Che fai Bonaventura? –
– Io faccio lâobbedienza! –
Per questo sei chiamato
dellâobbedienza âmartireâ.
Nelle tue carni affonda
lâacuto tuo cilizio.
In carcere ti chiudi
e tieni compagnia
allâostinato reo
finchĂŠ non si converte.
âUn altro confessore,
trovatevi Eccellenza,
perchĂŠ dovrò partireâ.
Te ne volasti al Cielo!
Vicino allâagonia
chiedesti di baciare
i piedi al tuo Guardiano.
Lui tâoffre il Crocifisso.
Lâappoggi sulle labbra.
Poi guardi la Madonna.
La supplichi dicendo
tre volte: Ave Maria!
P. G. Alimonti OFM Cap,
Collana âVento impetuosoâ,
Volume IV, pp 62-63-64