S. Timoteo
San Timoteo
Vescovo – sec. I
Timoteo, nato a Listra, di padre pagano e madre ebreo-cristiana, Eunice, fu discepolo e collaboratore di San Paolo di Tarso, che lo chiamava “vero figlio mio nella fede” (1Tm 1,2).
Fu posto a capo della Chiesa di Efeso, dove morì lapidato nel 97 d.C. per aver pubblicamente condannato il culto al dio Dioniso.
A Timoteo furono indirizzate, insieme a Tito, alcune lettere dell’Apostolo dette “Pastorali”, che contengono le prime linee dei ministeri della Chiesa.
Efeso è città d’arte,
di cultura e commercio
ed ora anche di fede.
È la città del cuore.
Per Paolo è così.
Vi si trattiene a lungo.
Dà tutte le energie
per convertirla a Cristo.
E anche da lontano
con la parola scritta
l’esorta più che può
a rimaner fedele.
– Oh! Non dimenticate
i forti insegnamenti;
date testimonianza
di unità e di pace.
Vi manderò qual vescovo
Timoteo, mio pupillo.
È vero, molto giovane,
ma competente e saggio -.
Peraltro ben addentro
della predicazione
tenuta dall’Apostolo
tra questi suoi cristiani.
È forte il commercio
di statue idolatriche.
Qui il culto pagano
è molto praticato.
Tessalonica e Corinto
vedranno il buon Timoteo,
poi resterà per sempre
nell’agitata Efeso.
La lettera di Paolo
lo presenta a tutti
padre e pastor zelante,
molto caro al Signore.
Parola e ammonimento,
e pazienza e fortezza;
ricordando e insegnando
coltiva il tuo gregge.
Correggi i suoi errori.
Allontana quei vizi,
che vengon dai pagani
e turbano la Chiesa.
Infine raccomando:
attento alla salute,
e, se occorre, ogni giorno
bevi un bicchier di vino.
P. G. Alimonti, Vento impetuoso, vol. 1 , p. 295-6