Urge pregare
Dall’ora della nostra morte
incomincia la vigilia della nostra risurrezione.
È un atto di fede
durante la vita terrena.
Si trasforma in attesa
dell’ultimo giorno,
quando alla voce di Dio
si spalancheranno i sepolcri
e le nostre ossa rivivranno.
Qui si apre un abisso
fra chi crede e chi non crede in Dio.
Chi ci ha dato la vita
ci darà la risurrezione.
In ogni modo si creda o no
tutti conosceremo quel mistero
della potenza di Dio,
che riunirà il corpo all’anima.
Il Padre che ci ha creati
ci passa nelle mani
del Figlio che ci ha redenti.
Da Lui e per Lui la misericordia,
che ci ricongiunge al Padre.
Da una sua parola il perdono.
Da un suo giudizio il premio.
Fino al termine dei secoli
la Chiesa implora il perdono
per quelli che dormono
il sonno della fede.
Duro sarà il giudizio
per chi ha rifiutato
o ha rinnegato la fede.
Più mite sarà per quelli,
che senza loro colpa,
non hanno conosciuto Dio.
Meditando la morte e il giudizio
si comprende l’urgenza
del comando di Gesù agli Apostoli:
– Andate e annunziate il Vangelo;
chi crederà sarà salvo – (cfr. Mc 12, 16).
urge pregare: – Venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà – (cfr Mt.6, 10).
Urge il Vangelo e la carità.
P. G. Alimonti, I Colori del Vespro, vol. 1 pag. 238-9