Testimone

Un garofano, uno stelo

Nella ricorrenza del cinquantesimo delle stimmate, ci furono grandi preparativi di festa. Ricordo che al Padre regalarono migliaia di bellissimi garofani. Quando il Padre vide tutti quei fiori esclamò: -Mi avete fatto diventare un giardiniere!- Padre Pio, giardiniere, lo era veramente, ma di anime. Quelli ed altri fiori furono usati per adornare l’altare e la chiesa.
In convento piovvero telegrammi, telefonate, lettere, biglietti d’auguri.
La gente in c…hiesa, sul piazzale e in tutti gli spazi adiacenti pullulava. Ognuno aveva un desiderio, o forse tutti avevano lo stesso desiderio: vedere, salutare, avvicinare, baciare le mani a Padre Pio e ricevere la sua benedizione.
Si calcolò che tra pellegrini e residenti la folla superava le centomila persone. Fu una festa di cuori e di anime.
C’era gente di ogni razza e di ogni continente. wQuell’umanità che Padre Pio con cinquant’anni di crocifissione e di amore andava accogliendo, benedicendo, sollevando, salvando, era lì.
Il Padre Superiore obbligò il Padre, che in verità appariva molto debole, a celebrare la Messa cantata. La registrazione filmata di quella celebrazione mette in evidenza l’enorme sforzo, che fece il Padre dall’inizio alla fine.
Fummo colti da sgomento quando fece il gesto del saluto finale, ripetendo con voce spezzata dalle lacrime: “Addio, figli miei!” Passò in cella il resto della giornata.
Dovette essere adagiato sul letto con la speranza di riprendere le forze. Poi la sua salute precipitò.
Quello che accadde nel prosieguo della notte fino all’ultimo suo respiro, lo sappiamo dalla celebre testimonianza di Padre Pellegrino. Ogni anno viene letta alla folla dei fedeli che accorrono a San Giovanni per la grande veglia del ventidue settembre.
Io voglio raccontare ciò che accadde in chiesa quando il corpo del Padre fu esposto nella bara alla venerazione dei fedeli.
La fila composta, silenziosa, raccolta nel pianto, durò tre giorni. Noi religiosi eravamo in cerchio intorno alla bara. Ci alternammo nella veglia. La gente ci dava oggetti da toccare al corpo del Padre per avere più che un ricordo, una reliquia. Qualcuno che di nient’altro poteva disporre si sfilava una scarpa.
Il terzo giorno un signore mi fece cenno di prendere uno di quei tanti garofani, toccarlo al corpo del Padre e darlo a lui. Fu l’inizio. Dopo  poche ore, di garofani non ce n’era più neppure uno.
Dentro i vasi, qua e lĂ , erano rimasti soltanto alcuni steli.
Chiesero anche quelli e presto finirono.
Qualche anno dopo, uno di quei fedeli, che aveva ricevuto uno stelo, mi disse: “Padre, lo stelo che mi diede è diventato una pianta”.

P.G.Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 143