Poesie

Fatima

A Fatima in Portogallo il 13 maggio 1917 “la Bella Signora tutta vestita di bianco” torna a bussare al cuore degli uomini. Viene in soccorso dei figli in pericolo. Imperversa la Prima Guerra Mondiale, “l’inutile strage”.
Presto essa finirà, ma fame e persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre saranno le punizioni di Dio al mondo per i suoi delitti e peccati.
La Vergine chiede in riparazione preghiera, penitenza e la consacrazione al suo Cuore Immacolato: questo il messaggio affidato ai tre pastorelli della Cova di Iria, unitamente a profezie verificatesi nel XX secolo.
Sarà Giovanni Palo II, il 25 marzo 1984, ad affidare il mondo al “Cuore materno di Maria”.
Da quel momento gli eventi della terra prendono una piega insperata: crolla il muro di Berlino e con esso la più grande potenza atea. A Fatima continua il pellegrinaggio di fedeli da ogni
parte del mondo. Sulle loro labbra la stessa preghiera. È la Chiesa che si raduna, piena di amore e di speranza, ai piedi della Madre comune.

La guerra dilaga.
Si muore a milioni.
S’addensano nubi
di nuovi conflitti.

E stati e governi
son ciechi di odio.
Ma quando l’Europa
ritrova la pace?

È stanco il Signore
di tanto furore.
Se muore nell’odio
la gente si danna.

A nulla è servita
la morte di Cristo?
S’offusca il Vangelo.
La fede agonizza.

Ai tre pastorelli
di Fatima appari.
Giacinta, Lucia,
e l’altro, Francesco.

Son umili e poveri
ma temono Dio.
Si prega in famiglia.
Si prega nei campi.

Tu parli con loro
dall’umile leccio.
T’avvolge grazioso,
celeste splendore.

Ti guardan rapiti.
T’ascoltano attenti.
Tu, “bella Signora!”
l’inviti a tornare.

Ti chiedon: – Chi sei? –
E tu lo dirai.
Prometti dei segni.
La gente vedrà.

La Madre di Dio
che chiede preghiera!
La Madre di Cristo
che prega con noi!

Corona di Ave
in mano a Maria!
O Madre di pace,
sconfiggi le guerre!

Tu viaggi nel mondo
da pia pellegrina.
T’accolgono i popoli
e sperano in Te.

P. Guglielmo Alimonti, OFM Capp., Vento Impetuoso, vol. VII, pp. 170-171