Dove siete diretti
Portare qualcuno a conoscere Padre Pio per me valeva sdebitarmi con chi questa gioia aveva procurato a me e prolungare una catena di beneficati. Il Padre giustamente ci insegnava ad affidare un’anima prima a Dio e poi a lui. Soleva dire infatti: “Nelle mani del Signore io sono come una palla nelle mani di un bambino”.
Ripeteva nelle sue lettere ai Direttori spirituali: che Dio …operava in lui, per sola grazia e misericordia, senza alcun merito. Questa confessione di Padre Pio corrisponde perfettamente all’insegnamento di Gesù: “Quando avete fatto tutto, dite: sono servo inutile!” (cfr Lc 17,10).
Padre Pio si sente sempre più indegno della bontà divina. Ha sempre il timore di abusare della sua misericordia. Definisce “meschinella” la propria anima.
È vero figlio di San Francesco, il quale vive nello stupore della misericordia e teme che Dio lo ritenga “degno dello profondo inferno”. Obbliga Frate Bernardo a mettergli il piede sulla bocca e a gridare: “Francesco, figlio di Pietro Bernardone, sei degno d’ogni castigo di Dio”.
Fa eco a queste parole l’affermazione paolina: “Gratia Dei sum, id quod sum”; “Quello che sono lo sono per grazia di Dio” (cfr 1 Cor 15,10). L’umile attribuisce a Dio i meriti della propria bontà, il superbo attribuisce a se stesso, ciò che è merito di Dio. L’insegnamento della parabola evangelica del pubblicano e del fariseo. È compito della Chiesa definire l’opera di Dio che si prende cura dell’uomo e ciò che è dell’uomo, che si umilia davanti a Dio.
Volevo portare da Padre Pio un sacerdote, che in vita sua aveva conosciuto solitudine e dolore a cominciare dalla perdita prematura del papà e della mamma. Non vedevo mai un sorriso sul suo volto. Bramavo vederlo libero dal peso dei ricordi, col cuore sereno e aperto ai doni del Signore. Feci tanto per convincerlo a venire con me da Padre Pio. Ci volle molto tempo, finalmente si decise. Andammo in macchina. Arrivammo presto. Dopo la Messa lo invitai a seguirmi in sacrestia per salutare il Padre e ricevere la sua era più. Mortificato diedi il mio abbraccio al Padre, che pur vedendomi solo, mi chiese: -Dove siete diretti?- Gli risposi: -Da lei, Padre-.
Bastò il sorriso di Padre Pio a cancellare tutto il dispiacere d’essere solo davanti a lui. Infatti mise la domanda al plurale, mentre mi vedeva da solo. Certamente per accontentarmi benedisse anche lui.
Qualche notte dopo sognai la mamma del confratello. “Grazie” mi disse “del regalo che hai fatto a mio figlio”.
Descrissi al confratello i lineamenti della sua giovane mamma, che io non avevo conosciuto. Si commosse.