Omelia 30-1-14
Accresci la nostra fede Signore Gesù
SANTA GIACINTA MARESCOTTI
Vignanello (VT), 1585 – Viterbo, 30 gennaio 1640
Nasce nel 1585, nel castello di Vignanello (Viterbo), Clarice, la figlia del principe Marcantonio Marescotti. È nobile, bella, sogna un matrimonio degno del suo casato. Si presenta anche il partito giusto nella persona di un giovane marchese. I genitori, però, preferiscono sistemare per prima la sorella minore Ortensia. Grande è la delusione di Clarice che reagisce rendendo la vita impossibile a genitori e parenti. Da parte sua il principe Marcantonio costringe la figlia a entrare nel convento delle clarisse. Non si arrende facilmente la giovane. Si fa terziaria francescana di modo da non essere costretta alla clausura, vive a lungo in un appartamentino ben arredato, fa di tutto per distinguersi dalle altre religiose. Poi si ammala seriamente e il confessore la scuote. Giacinta, che ha ormai 30 anni, comprende che non conviene vivere di rancore e repentinamente decide di cambiare.
Chiede perdono alle consorelle, si priva del superfluo, si sottopone a severe penitenze. Nella sua stanza, ormai, l’unico ornamento è una grande croce che in continuazione le ricorda che «Gesù, il mio amore, è stato Crocefisso». Medita di continuo sui dolori della passione, è devota dello Spirito Santo, lo invoca di continuo perché accresca il suo amore. L’amore di Dio trascina con sé anche l’attenzione per il prossimo. Ai più poveri dona il suo cibo, le vesti, le coperte del letto. Poi inizia a chiedere aiuto agli amici di un tempo per sostenere due importanti opere di carità: I Sacconi, infermieri, per l’assistenza agli ammalati, gli Oblati di Maria per la cura delle persone anziane. Morì a Viterbo nel 1640, subito venerata come santa dalle consorelle e dai fedeli.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 2 Sam 7, 18-19.24-29
Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa?
Dal secondo libro di Samuèle
Dopo che Natan gli ebbe parlato, il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è legge per l’uomo, Signore Dio! Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.
Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fa’ come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele!”. La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: “Io ti edificherò una casa!”. Perciò il tuo servo ha trovato l’ardire di rivolgerti questa preghiera.
Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 131
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
Ricòrdati, Signore, di Davide,
di tutte le sue fatiche,
quando giurò al Signore,
al Potente di Giacobbe fece voto.
«Non entrerò nella tenda in cui abito,
non mi stenderò sul letto del mio riposo,
non concederò sonno ai miei occhi
né riposo alle mie palpebre,
finché non avrò trovato un luogo per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe».
Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!
Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto».
Canto al Vangelo Sal 118,105
Alleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Alleluia.
Vangelo Mc 4,21-25
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».