Omelia 11-1-14
Gesù lavaci col tuo sangue e col tuo amore
SAN TOMMASO PLACIDO DA CORI
Nacque a Cori (Latina) il 4 giugno 1655 e al battesimo fu chiamato Francesco Antonio Placidi; già a 14 anni era orfano di entrambi i genitori, e così ancora ragazzo dovette mandare avanti da solo la famiglia. A 22 anni, sistemate in modo decoroso le due sorelle, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, nel convento della SS. Trinità in Orvieto il 7 febbraio 1677, cambiando il suo nome di Francesco Antonio in quello di frà Tommaso.
Per 5 anni fu allievo del celebre Lorenzo Cozza e nel 1683 a Velletri fu consacrato sacerdote ricevendo nel contempo la patente di predicatore. Esercitò l’apostolato nella Diocesi di Subiaco e in quelle confinanti con tale successo e profitto per quelle popolazioni, da essere classificato come “l’apostolo del Sublacense”.
Grande maestro di santità, espertissimo direttore spirituale, fu veduto più volte stare nel confessionale, “dalla mattina fino a sera” digiuno.
Le sue efficaci predicazioni furono raccolte in un volume manoscritto; era molto richiesto per l’assistenza spirituale al letto degli infermi. Aveva il dono di riportare la pace serafica fra persone in contrasto, operò per riformare i pubblici costumi.
Sin da novizio divenne esempio di perfezione cristiana e religiosa e come tale, specchio per i suoi confratelli, compreso quelli più anziani. Ancora in lui si condensarono tante altre virtù così come viene riportato dal “Sommario dei processi” istruiti per la causa di beatificazione: la povertà. Non volle mai accettare offerte per la celebrazione della s. Messa; l’umiltà, giunse perfino a farsi calpestare dai confratelli all’ingresso del refettorio; una grande pazienza nel sopportare continue tentazioni nello spirito e per una piaga in una gamba che lo tormentò per quarant’anni.
Pregava così profondamente assorto da sembrare fuori di sé e immobile come una statua. Gesù Bambino gli apparve più volte durante la celebrazione della Messa. Ebbe il dono dei miracoli, come la moltiplicazione di cibi, guarigioni, ecc., frequenti estasi, apparizioni di Gesù, della Vergine, di s. Francesco.
Ma il suo nome è legato soprattutto alla grande opera dei “Ritiri” dell’Ordine Francescano. Seguendo l’esempio del beato Bonaventura da Barcellona, fondò i ‘ritiri’ di S. Francesco in Civitella (ora Bellegra) e di S. Francesco in Palombara Sabina.
Scrisse le Costituzioni del Ritiro che si conservano ancora autografe a Bellegra, regole rigide di meditazione e vita religiosa; il Capitolo Generale di Murcia del 1756 le estese a tutti i ritiri dell’Ordine Francescano.
Molti venerabili confratelli compreso s. Teofilo da Corte passarono per il ritiro di Bellegra, che divenne così una fucina di aspiranti in santità.
Tommaso morì a 74 anni, l’11 gennaio 1729.
La causa di beatificazione fu introdotta il 15 luglio 1737, auspici le Diocesi di Subiaco, Velletri e Sabina.
Beatificato da papa Pio VI il 3 settembre 1786.
Canonizzato da papa Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Gv 5, 5-13
Lo Spirito, l’acqua e il sangue.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 147
Celebra il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Canto al Vangelo Mt 4,23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno,
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia.
Vangelo Lc 5, 12-16
Immediatamente la lebbra scomparve da lui.
Dal vangelo secondo Luca
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».
Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.