A tutto deve pensare Padre Pio
Andavo sempre più constatando i singolari carismi del Padre e la forza della sua carità. Il suo aiuto preveniva, accompagnava, garantiva. Come il calore del sole, scioglieva e consolava.
Il mio spirito si apriva… a lui con l’atteggiamento del bambino sicuro tra le braccia della mamma.
Trovavo la preghiera come l’ha definita Padre Pio “il respiro dell’anima”, insieme provavo l’acquietarsi delle ansie, la pace nel combattere i difetti, la gioia di amare e il desiderio di offrirmi con gioia al servizio di Dio e alla dedizione per il prossimo.
Mi sentivo spiritualmente al posto giusto e deciso a proseguire nonostante il peso della debolezza umana e il furore del nemico, che mai depone le armi.
Rivivevo la primavera della mia consacrazione a Dio e il bisogno di appartenere totalmente a Lui. Imploravo l’amore e la protezione della Vergine Maria, la carezza benedicente del Padre San Francesco, la difesa dell’Arcangelo San Michele, la compagnia amorevole del mio Angelo custode.
Mi sentivo sostenuto dalla preghiera di Padre Pio.
Un mattino mi gettai in ginocchio davanti a lui, dicendo: – Padre, tu conosci i miei desideri e le mie debolezze, dammi la tua benedizione -.
Il Padre, senza dire nulla, stese le braccia e posò prolungatamente le sue mani aperte sulla mia testa. Provavo benessere nello spirito e un dolce vigore che copriva la mia nudità interiore.
Avrei voluto che quei momenti non fossero mai finiti.
Al termine della giornata mi ero ritirato sul matroneo per dedicarmi alla preghiera.
Nel frattempo i frati erano scesi al refettorio per la cena.
Restai lì, pensando: se debbo andare, ci pensa Padre Pio.
Dopo un bel po’ arriva trafelato un confratello e mi dice: – È ora di cena e tu stai qui? Vieni, il superiore mi ha mandato a chiamarti-.
Andai di corsa e mi scusai.
La mattina seguente incontro Padre Pio nel corridoio.
Appena mi vede esclama: – Mangiare o non mangiare!… a tutto deve pensare Padre Pio? –
P. G. Alimonti OFM cap, I miei giorni con P. Pio, p 52