Omelia 23-10-13
Vergine Maria, Regina del Rosario, prega per noi
SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO
sacerdote (1386-1456) memoria facoltativa Nato a Capestrano (L’Aquila), sperimentò nell’infanzia i frutti dell’odio tra le famiglie: dodici membri del suo casato vennero uccisi in pochi anni. A Perugia, dove aveva studiato, divenne uno dei giudici più amati, ma finì in carcere nel corso di burrascose vicende politiche. Qui una visione lo « convertì » a seguire l’ideale di san Francesco. La sua attività apostolica è molteplice. Per quarant’anni si dedicò alla predicazione quasi giornaliera in cui otteneva successi strepitosi e conversioni specialmente fra la gioventù universitaria: dopo una sua predica, più di cento universitari divennero francescani a Lipsia, a Cracovia, a Vienna. Confessava moltissimo, pacificava le popolazioni, organizzava opere di carità soprattutto con ospedali. Fu consigliere di Papi e svolse intensa opera apostolica in Italia, in Terrasanta, Paesi Bassi, Austria, Germania, Polonia, Ungheria, Moravia, tanto da essere giustamente chiamato « l’apostolo dell’Europa ». La sua opera fu determinante nella difesa di Belgrado dai Turchi nel 1456. Fu uno dei maggiori riformatori della Chiesa nel secolo XV, e organizzò i «Minori Osservanti». La sua azione merita un più ampio riconoscimento nella storia. |
La vita dei buoni ecclesiastici illumina e rasserena Dal trattato «Lo specchio dei chierici» di san Giovanni da Capestrano, sacerdote. |
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Rm 6, 12-18
Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 123
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Canto al Vangelo Mt 24,44
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.
Vangelo Lc 12, 39-48
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».