Omelia 10-10-13
Maria, Madonna del Rosario, prega per noi
SAN CETTEO
PATRONO DELLA DIOCESI DI PESCARA
Le notizie intorno a Ceteo sono tratte unicamente da una passio molto favolosa, nella quale sono contenute, però, alcune tradizioni locali riferentisi al tempo delle invasioni longobarde in Italia, probabilmente attendibili. Secondo la nostra fonte, Ceteo era vescovo di Amiterno (od. S. Vittorino, in Abruzzo) al tempo di s. Gregorio Magno. Durante il suo episcopato due capi longobardi, Alai e Umbolo, occuparono la città ed egli, per non assistere alle loro depredazioni, si rifugiò a Roma. Per sedare il malcontento dei cittadini, una missione longobarda si recò da s. Gregorio Magno e, dopo aver solennemente promesso che i cittadini sottomessi sarebbero stati trattati con più umanità, ottenne che Ceteo ritornasse ad Amiterno. Ma, sorto un dissenso tra i due capi iongobardi che tenevano la città, Alai si alleò con il conte Veriliano di Orte, il quale occupò di notte Amiterno. Quando fu scoperto il tradimento, il popolo furente voleva uccidere Alai, ma Ceteo interpose la sua opera, cercando di farlo condannare soltanto al carcere. Ma Umbolo sospettò che anche il vescovo fosse connivente con il traditore e ordinò che questi fosse ucciso insieme con il suo complice. La sentenza di Alai fu subito eseguita, mentre l’esecuzione di Ceteo fu sospesa per il netto rifiuto del boia. Umbolo, allora, comandò che fosse gettato nel fiume Aterno (od. Pescara) con una grossa mola al collo. Il suo corpo fu trasportato dalla corrente fino al mare e gettato sul lido; secondo un ms., sarebbe arrivato fino a Zara, sulla sponda orientale del mare Adriatico, ma con molta maggiore verisimiglianza arrivò a Pescara, alla foce del fiume omonimo. Quando Ceteo fu rinvenuto da un pescatore, fu avvertito il vescovo del luogo il quale, non sapendo chi fosse, lo chiamò “Peregrino” e gli dette sepoltura sul posto. Più tardi, in seguito a un miracolo avvenuto sulla sua tomba, il vescovo lo fece trasferire e seppellire, con maggior onore, a nove miglia dalla città.
Ceteo è commemorato nel Martirologio Romano il 13 giugno.
La diocesi e la città di Pescara lo ricordano il 10 ottobre.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ml 3, 13-20a
Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno.
Dal libro del profeta Malachìa
Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».
Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.
Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Canto al Vangelo At 16,14
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.
Vangelo Lc 8, 28-36
Dal vangelo secondo Giovanni
[28]Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.[29]Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». [30]A queste sue parole, molti credettero in lui. [31]Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; [32]conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». [33]Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». [34]Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.[35]Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; [36]se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.