Poesie

Santo Stefano

Diacono protomartire + Gerusalemme c. 33-34

Santo Stefano è il primo martire della Chiesa, molto venerato. La sua festa si celebra il giorno dopo il Natale di
Gesù. Gli ultimi giorni della sua vita sono raccontati dagli Atti degli Apostoli nel sesto e settimo capitolo.
Dopo la Pentecoste il numero dei cristiani aumentò al punto che gli Apostoli decisero di eleggere sette diaconi tra i discepoli di più antica data e di più provata virtù per il servizio delle mense, per la catechesi dei neofiti e per l’accoglienza dei poveri. Stefano fu uno di questi diaconi.
Presto la sua fama riempì tutta Gerusalemme. A questo punto fu accusato dagli anziani del tempio e consegnato al Sinedrio.
Stefano non pensò a difendere la propria persona ma la verità della sua fede, rimproverando apertamente i capi dei giudei di aver ucciso il Cristo e di aver tradito la legge di Mosè. Mentre muore lapidato ripete: “Signore, accogli il mio spirito e non imputare ad essi questo peccato” (At 7,60).

A te toccò per primo
la palma del martirio.
È grande la tua fede
e ardente il tuo amore.

La fedeltà assoluta
giurasti al tuo Gesù.
Rivive in te lo slancio
del prediletto Apostolo.

Tu gridi verità
contro menzogna ed odio.
In carità ricordi
che Gesù è il Messia.

Nell’assemblea tu servi
il popolo di Cristo.
Con il sorriso doni
la gioia ai tuoi fratelli.

Gli apostoli in preghiera
insieme a tutti i santi
conoscon dallo Spirito
i nomi dei diaconi.

Eccelli tu fra questi
per santità di vita.
La tua parola illumina
e l’umiltà edifica.

Gerusalemme intera
or ti conosce e ammira,
e tutti a te ricorrono
per pace e per conforto.

Tu parli di Gesù
e annunzi il suo giudizio,
per questo sei condotto
davanti al Sinedrio.

Dicesti con coraggio:
– Avete ucciso il giusto!
Così tradite Dio
e tutta la sua legge! –

Alzando gli occhi al cielo
gridasti avanti a tutti:
– Io vedo il nostro Dio
e Cristo alla sua destra -.

Sei lapidato e muori,
ma prima di spirare
hai perdonato loro
come insegnò Gesù.

A te fervente culto
si rende nella Chiesa.
Si volle la tua festa
il ventisei dicembre.

P. G. Alimonti Ofm Cap,
Collana “Vento Impetuoso”,
Vol. I, pp. 280-281-282