Santa Messa 5-12-21
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II DOMENICAÂ DI AVVENTO
Anno C
Ogni Uomo Incontrerà il Dio che SalvaL’Avvento è tempo di conversione, tempo per preparare la via del Signore, per raddrizzare i sentieri perché il regno di Dio venga. L’uomo moderno non è molto attento al tema della conversione a Dio. Di fronte alle gravi sfide che gli si impongono (fame, ignoranza, guerra, ingiustizia) mobilita tutte le sue energie, abbandona anche le vie della comodità , si impone una conversione quotidiana; la conversione dell’uomo a se stesso. Ma la conversione a Dio come disponibilità radicale a Lui e rinuncia totale a se stessi, lo lascia insensibile o anche ostile perché lo rimanda alla sua debolezza e sembra distoglierlo dai suoi compiti reali.
Il cristiano è consapevole di dover contribuire alla realizzazione del disegno di Dio che ha affidato l’universo alle mani operose dell’uomo (cf IV pregh. euc.), e alla soluzione dei problemi del mondo, collaborando all’opera di creazione e dando il meglio di se stesso. Ma, in tutto ciò, dove si trova la conversione a Dio? Se i cristiani perdono il senso della conversione a Dio, e se il cristianesimo presenta soltanto il volto di un umanesimo senza dimensione religiosa si priva il mondo di un dono divino.
Spianate la via
«Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò presente nel mondo» (II pref. dell’avvento). Con Giovanni Battista, il Precursore (vangelo), Dio sta per visitare il suo popolo. La voce severa che grida nel deserto ci prepara al giudizio di Dio non con atti puramente esterni e rituali ma con la conversione del cuore. Gesù continuerà in questa linea di conversione: l’opzione per il Regno vorrà dire spogliamento di sé, rinuncia ad ogni forma di orgoglio, disponibilità agli impulsi dello Spirito, obbedienza. L’uomo che vorrà seguire Gesù, l’uomo che vuol vedere «la salvezza di Dio» (vangelo), è chiamato a fare il vuoto in sé, e a perdersi in qualche modo.
Una simile conversione religiosa è accessibile ad ogni uomo, di qualunque condizione sociale o spirituale; non è legata concretamente a nessuna pratica penitenziale anche se tende ad esprimersi in azioni significative, ed è proposta a tutti gli uomini, poichĂ© tutti sono peccatori, e GesĂą stesso dichiara di essere venuto solo per i peccatori. E’ un cambio radicale della mentalitĂ e degli atteggiamenti profondi, che si manifesta in azioni nuove e in una vita nuova: è una disponibilitĂ totale a servizio dell’amore di Dio e degli uomini. Per questo Paolo chiede che i Filippesi possano «distinguere sempre il meglio», «essere integri per il giorno di Cristo» e ricolmi di «frutti di giustizia» (vv. 9-11) (seconda lettura). Il regno di Dio è dunque in cammino: nessuno potrĂ arrestarlo… Il giudizio di Dio sta su di noi come la scure sta alla radice dell’albero. Spetta ai singoli far sì che si tratti di un giudizio di conversione o di un irrimediabile indurimento.
Il continuo «andare» dell’uomo
L’itinerario che ogni uomo deve percorrere nella sua vita, come pure il cammino di tutta l’umanità nella sua storia, non hanno la scorrevolezza delle moderne autostrade. La continua marcia dell’uomo verso la felicità si apre nella precarietà ed è irta di ostacoli, spezzata da bivi sempre dilanianti.
Eppure l’uomo non desiste da questo suo continuo andare: come il popolo di Israele nel deserto vaga verso la «sua» terra. Cristo è il bivio decisivo sulle strade degli uomini: o con lui o contro di lui. Quella di Cristo è però la strada più ardua: una strada che passa attraverso il sangue e la croce, ma è l’unica che porta a Dio. In Gesù la via dell’uomo e la via di Dio si incontrano. L’invito di Cristo ad ognuno è sempre pressante: «Vieni, seguimi». Non c’è altra strada per giungere a Dio che seguire i passi di Cristo: solo così l’uomo non cammina nel buio e nell’incertezza. L’assemblea ne è consapevole; per questo domanda con fiducia al Padre: «… la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo» (colletta).
La strada dell’amore e della giustizia
Percorrere la strada di Cristo vuol dire incontrarsi con lui: vuol dire puntare decisamente su di lui abbattendo gli ostacoli frapposti. Il segno visibile di questo incontro è la celebrazione eucaristica. Segno non solo della nostra scelta per Cristo, ma anche della scelta degli uomini come fratelli e compagni di viaggio. E’ scegliere l’impegnativa strada dell’amore e della giustizia, perché questa è stata la via di Cristo.
Partecipare all’Eucaristia significa diventare pane per gli altri come Cristo lo è per noi; significa donare la vita per far crescere intorno a noi l’amore e la giustizia, il sorriso e la speranza.
  Voce di uno che grida nel deserto
Dal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.
(Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367)
Voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).
Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l’avvento della gloria del Signore e la manifestazione a tutta l’umanitĂ della salvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo si è realizzato storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto si manifestò la salvezza di Dio. Infatti Cristo e la sua gloria apparvero chiaramente a tutti quando, dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e lo Spirito Santo, scendendo in forma di colomba, si posò su di lui e risuonò la voce del Padre che rendeva testimonianza al Figlio: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).
Ma tutto ciò va inteso anche in un senso allegorico. Dio stava per venire in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l’umanitĂ . Questa infatti era un deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio e sbarrato a ogni giusto e profeta. Quella voce, però, impone di aprire una strada verso di esso al Verbo di Dio; comanda di appianare il terreno accidentato e scosceso che ad esso conduce, perchĂ© venendo possa entrarvi: Preparate la via del Signore (cfr. Ml 3, 1).
Preparazione è l’evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all’umanitĂ al conoscenza della salvezza di Dio.
«Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme» (Is 40, 9).
Prima si era parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con queste espressioni, si fa allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli annunziatori piĂą immediati della venuta di Dio e alla sua venuta stessa. Infatti prima si parla della profezia di Giovanni Battista e poi degli evangelizzatori.
Ma qual è la Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella che prima si chiamava Gerusalemme. Anch’essa infatti era un monte, come afferma la Scrittura quando dice: «Il monte Sion, dove hai preso dimora» (Sal 73, 2); e l’Apostolo: «Vi siete accostati al monte di Sion» (Eb 12, 22). Ma in un senso superiore la Sion, che rende nota le venuta di Cristo, è il coro degli apostoli, scelto di mezzo al popolo della circoncisione.
Si, questa, infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezza di Dio e che è posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè, sull’unigenito Verbo del Padre. A lei comanda di salire prima su un monte sublime, e di annunziare, poi, la salvezza di Dio.
Di chi è figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della schiera degli evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non portare a tutti gli uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon annunzio della venuta di Cristo in terra?
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LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Bar 5,1-9
Dio mostrerĂ il tuo splendore ad ogni creatura.
Dal libro del profeta Baruc
Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà ».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte.
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterĂ nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda Lettura Fil 1,4-6,8-11
State integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterĂ a compimento fino al giorno di Cristo GesĂą.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo GesĂą. E perciò prego che la vostra caritĂ cresca sempre piĂą in conoscenza e in pieno discernimento, perchĂ© possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di GesĂą Cristo, a gloria e lode di Dio.
Canto al Vangelo   Lc 3,4-6
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrĂ la salvezza di Dio!
Alleluia.
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Vangelo Lc 3,1-6
Ogni uomo vedrĂ la salvezza di Dio!.
Dal vangelo secondo Luca
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio CesaÂre, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetrĂ rca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrĂ rca dell’Iturèa e della Traconìtide, e LisĂ nia tetrĂ rca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e CĂ ifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarĂ riempito,
ogni monte e ogni colle sarĂ abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».