Omelia 13-9-13
Maria Madre Addolorata prega per noi
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO Vescovo e Dottore della Chiesa (350?-407) Memoria La madre, santa Antusa, rimasta vedova a 20 anni, l’educò mirabilmente. Giovanni condusse dapprima vita ascetica in casa, mentre approfondiva la sua cultura, poi fu anacoreta per vari anni sulle montagne, ma la malferma salute lo fece tornare ad Antiochia. Fatto sacerdote a 32 anni, fu il braccio destro del vescovo san Flaviano e si rivelò un oratore formidabile, specialmente quando Antiochia temette una tremenda repressione imperiale per una ribellione nel 387. In quel tempo aveva detto: « Basta un uomo pieno di zelo per trasformare un popolo »: fu il suo programma. Scelto insospettatamente come patriarca di Costantinopoli, mise tutto se stesso a servizio del suo popolo e della Chiesa. Semplice, modesto, gioviale, ma forte contro il vizio, il lusso, la sfrenatezza. Egli dava tutto ai poveri, agli ospedali. Non risparmiò le sregolatezze della corte imperiale, attirandosi una opposizione feroce. Fu calunniato ed esiliato; richiamato per una sollevazione del popolo che lo amava, fu poi nuovamente mandato in più lontano e duro esilio; morì sfinito, a Comaná sul Mar Nero, il 14 settembre, mentre lo deportavano in un luogo più aspro. Tardivamente, da un nuovo imperatore la sua salma venne portata a Costantinopoli, accolta in trionfo dal popolo. E’ stato un grande maestro di spirito e pastore impegnato per la vita morale dei suoi. Come oratore fu salutato «Crisostomo» (Bocca d’oro). Gli stenografi raccoglievano la sua parola; i volumi del suo pensiero sono la più vasta produzione dei padri greci. Combatté il male dei suoi contemporanei: la sfiducia in se stessi, lo scoraggiamento, la noia della vita; e infuse ottimismo e serenità cristiani. E’ il primo dei quattro grandi Dottori orientali. Il Crisostomo è chiamato «Dottore dell’Eucaristia» per la vastità e ricchezza della sua dottrina sul Sacramento dei Corpo e del Sangue di Cristo. Una «anafora» che porta il suo nome (senza essere direttamente sua) è la più diffusa in Oriente fra cattolici e ortodossi, fra i popoli slavi e fra i russi. E’ un elemento di unione di grandissima importanza. L’Eucaristia dev’essere sempre fonte di unità e di comunione fra i credenti in Cristo. |
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo |
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Tm 1, 1-2.12-14
Prima ero bestemmiatore, ma mi è stata usata misericordia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo Gv 17,17
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.
Vangelo Lc 6, 39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco?
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».