Santa Messa 4-10-19
San Francesco, Padre Serafico, tienici tutti stretti a GesĂą tenendoci per mano per tutta la nostra vita
SAN FRANCESCO D’ASSISI
patrono d’Italia (1182-1226) solennitĂ
Convertitosi a Cristo da una giovinezza gaudente e spensierata, Francesco prende alla lettera le parole dei Vangelo e fa della sua vita una imitazione di Gesù povero e tutto proteso a compiere la volontà del Padre. In una conformazione e trasformazione tale che « da Cristo prese l’ultimo sigillo », come dice Dante (Paradiso, 11, v.107): « portare le stigmate della Passione nel suo corpo » (cf Gal 6,17). Francesco si allontana dall’antica e tradizionale concezione della vita monastica. Egli crea una « fraternità »; i grandi ordini francescani che da lui hanno origine — Minori, Conventuali, Cappuccini — trovano in Francesco più che una regola, uno stile di vita. La forma di santità vissuta da Francesco si è diffusa nel mondo attraverso il Terz’Ordine e unisce tutti coloro che pongono lo spirito al di sopra della lettera e l’amore prima della giustizia. La sua azione missionaria, la predicazione evangelica di pace e bene sono andate al cuore dei popoli e delle classi sociali spesso in lotta fra loro. Pochi uomini hanno avuto tanto influsso nella società del loro tempo e oltre, come Francesco. La sua visione ottimistica della creazione, espressa nel Cantico di frate sole, il suo amore per « madonna Povertà », il suo spirito evangelico intrinsecamente e dinamicamente innovatore e riformatore in piena adesione alla Chiesa, sono messaggi vivi per il mondo attuale. Con santa Caterina da Siena è patrono principale d’Italia.
Dobbiamo essere semplici, umili e puri
Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d’Assisi
(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)
Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità . Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà .
All’approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
Pose tuttavia la sua volontĂ nella volontĂ del Padre. E la volontĂ del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato per noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull’altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì per i nostri peccati, lasciandoci l’esempio perchĂ© seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! E’ detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perchĂ© egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità » (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e veritĂ . Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perchĂ© dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sĂ© solo la mercede della caritĂ e delle elemosine che hanno fatto. E’ il Signore che dĂ loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Sir 50, 1.3-7
Francesco come sole sfolgorante rifulse nel tempio di Dio.
Dal libro del Siracide
Ecco chi nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni fortificò il santuario. Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, un serbatoio ampio come il mare. Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città contro un assedio.
Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo, quando usciva dal santuario dietro il velo.
Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come il sole sfolgorante così egli rifulse nel tempio di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Tu sei, Signore, mia parte di ereditĂ .
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Seconda Lettura Gal 6,14-18
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai GĂ lati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro GesĂą Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
SEQUENZA
La sequenza è facoltativa, e si può dire anche nella forma breve,
iniziando dalla strofa:
Per le piaghe …
Prodigi nuovi di santitĂ , degni di lode, apparvero, stupendi e per noi propizi, affidati a Francesco.Agli iscritti al nuovo gregge è data una nuova legge, si rinnovano i decreti del Re, ritrasmessi da Francesco.Un nuovo ordine, una nuova vita, sconosciuti al mondo, sorgono; la regola emanata ripropone il ritorno al Vangelo.Conforme ai consigli del Cristo, è dettata la regola; la norma data ricalca la vita degli Apostoli.Corda rude, veste dura cinge e copre senza cura; il cibo si dĂ in parsimonia, son gettati i calzari. PovertĂ soltanto cerca, Cerca luoghi solitari, In un antro della Verna LĂ , protetto dalle rupi, E’ trattato con rigore, Dall’alto, un Serafino alato |
Nelle membra di Francesco, tutto assorto in orazione, imprime il Serafino i segni del Crocifisso.E’ suggello al sacro corpo: piagato mani e piedi, il lato destro è trafitto, si irrora di sangue.Si parlano ; gli son rivelati i segreti celesti; il Santo li comprende in sublime estasi.Ecco chiodi misteriosi, fuori neri e dentro splendidi; punge il dolore, acute straziano le punte.Non c’è opera di uomo sulle piagate membra; non i chiodi, non le piaghe impresse la natura * * * Per le piaghe che hai portato, O Francesco, tu difendici Padre santo e pietoso, Tutti quelli che ti seguono, |
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Francesco, povero e umile,
entra ricco nel cielo,
onorato con inni celesti.
Alleluia.
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Vangelo Mt 11,25-30
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».