Santa Messa 28-4-19
Signore Gesù, rendici degni del tuo amore e della tua pace
II DOMENICA DI PASQUA
“della Divina Misericordia”
(Domenica dell’Ottava di Pasqua)
Anno C
Una Comunità dove Opera lo Spirito Santo
La visione di s. Giovanni nella seconda lettura, messa in relazione con il vangelo, ci riporta al ritmo domenicale delle apparizioni del Signore risorto, e insieme alla riscoperta della realtà dell’assemblea dei credenti come «segno» settimanale della Pasqua, come «luogo» dove più intensamente si vive la risurrezione di Cristo. Nello stesso tempo, la pagina dell’Apocalisse è una testimonianza vibrante della fede pasquale che animava la Chiesa delle origini, facendola crescere e vivere secondo lo Spirito di Colui che è per sempre «il Vivente» (cf Ap 1,18).
In cammino verso un «mondo nuovo»
L’esperienza pasquale si sviluppa e si intensifica nella prima comunità apostolica. Gli Atti degli Apostoli ci presentano la potenza del dono dello Spirito che suscita la fede nella risurrezione di Cristo e nella sua forza di guarigione. Grazie a questa invisibile azione «spirituale», dalla comunità cristiana si sprigiona una vitalità benefica che testimonia in modo concreto la realtà del «mondo nuovo» nato dalla Pasqua di Cristo, e raggiunge tutti coloro che — riconoscendosi deboli e poveri — ricorrono con fede all’aiuto del Signore risorto. Egli agisce con la sua «forza di guarigione» che rivive nella persona di Pietro ed opera salutarmente anche solo attraverso l’ombra dell’apostolo: al suo passaggio tutti sono guariti (cf prima lettura). Viene così messa in risalto la posizione di preminenza che occupa Pietro nella comunità.
Ma gli interventi di salvezza in favore dei malati, compiuti «nel Nome» del Signore, rimandano, come già le guarigioni operate da Gesù, ad una esigenza di fede grazie alla quale si realizza una guarigione più profonda e radicale: la guarigione dal peccato. E’ questo l’inizio di quel «mondo nuovo» in cui il potere del male e della morte è potenzialmente già vinto nella vittoria di Cristo.
Una comunità di risurrezione
Anche a noi è chiesto di testimoniare la realtà della risurrezione, di sviluppare quel «mondo nuovo» inaugurato da Cristo.
Se la nostra assemblea si riunisce per «fare eucaristia», per rendere a Dio un’azione di grazie, di lode e di gloria per le sue opere di salvezza culminate nella Pasqua, tutto ciò deve tradursi anche nella vita della nostra comunità. Nell’operare con gesti di aiuto immediato, si devono pure ricercare le cause profonde del male e dell’infelicità altrui: la Parola di Dio che è luce, il Pane della vita che è sostegno, ci rendono attenti a scoprire dove Cristo è offeso, dove anche oggi continua a morire. Il mondo ci offre un quadro sconcertante di situazioni tragiche: non possiamo dimenticarle, specialmente nella preghiera che deve sempre avere un respiro universale. Preghiamo sì perché si affermi e cresca un «mondo nuovo» e migliore; interveniamo, quando è possibile, con forme concrete di impegno. Ma non dobbiamo neppure spingere lo sguardo molto lontano per scoprire dove Cristo muore adesso: dovunque l’uomo è mortificato nella sua dignità.
Se sappiamo guardarci attorno ci salterà agli occhi una molteplicità di «casi» che richiedono un intervento di «risurrezione» e di salvezza. Solo così la nostra comunità sarà una testimonianza viva e credibile della risurrezione del Signore operante nell’«oggi».
Il peccato, cancro che corrode
«Liberazione» è uno dei termini che maggiormente affascinano i giovani nella loro ricerca di un mondo svincolato dalle troppe catene che ancora lo opprimono. Ma da chi ci viene questa liberazione? Basta lo sforzo dell’uomo, la sua lotta appassionata per una maggiore libertà, dignità, giustizia? E a quali livelli è necessario agire?
Sono le strutture che modellano l’uomo, dicono alcuni. Cambiamo le strutture e ne risulterà cambiato l’uomo. Lottiamo per far cadere le strutture ingiuste e anacronistiche della nostra società.
È certo che le strutture hanno la loro importanza nel modellare l’uomo, renderlo libero o schiavo. Ma il cristiano sa che la radice del dramma deve essere cercata nel profondo dell’uomo, là dove si giocano le sue scelte fondamentali tra l’egoismo e la donazione. La prima e più radicale liberazione è la liberazione dal peccato. Cristo risorto è venuto a garantirci questa liberazione, radice e base di ogni altra liberazione. Liberazione dal peccato significa liberazione dalla più radicale alienazione che insidia l’uomo.
L’uomo «nuovo» è soltanto l’uomo pasquale, che ha ricevuto da Cristo, in uno sforzo di collaborazione fecondo, la sua liberazione. E le comunità dei credenti, la Chiesa, sono chiamate oggi a prolungare l’opera di Cristo liberatore. Una liberazione che non può restare puramente interiore: se è autentica, si riversa e investe tutti i settori, tutto l’uomo, superando ogni visione «spiritualista» che finirebbe per tradire la liberazione, dono del Risorto.
Nuova creatura in Cristo
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell’ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi
rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E’ infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l’ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all’immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 5, 12-16
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne.
Dagli Atti degli Apostoli
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre..
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.
Seconda Lettura Ap 1, 9-11.12-13.17.19
Ero morto, ma ora vivo per sempre.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».
SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.
Canto al Vangelo Gv 20,29
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.
Vangelo Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo, venne Gesù.
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.