Poesie

Beato Andrea Giacinto Longhin

Vescovo francescano cappuccino
– Fiumicello di Campodarsego (Pd)
23 novembre 1863 + 26 giugno 1936

Di umile famiglia contadina,
entrò nell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini contro la volontĂ  del
padre, che non voleva rinunciare al
suo unico figlio. Fu vescovo della
diocesi di Treviso e si distinse per
lo zelo apostolico nei 32 anni di
episcopato.
Era chiamato “il vescovo del
catechismo” per l’insegnamento
delle veritĂ  cristiane ai fanciulli,
ai giovani, agli adulti. Seguiva con interesse i movimenti
giovanili, affermando che “è di santi che oggi abbisognano
le famiglie, le parrocchie, la patria, il mondo”. Amava e
guidava come padre i suoi sacerdoti, visitando frequentemente
le chiese a loro affidate.
Sostenne le “Leghe Bianche”, movimento sindacale
d’ispirazione cristiana, mostrandosi Pastore dei poveri,
degli operai e dei contadini. Durante il primo conflitto
mondiale, aiutò profughi, soldati, feriti.
Fu insignito della croce al merito. Finita la guerra, incoraggiò
tutti alla ricostruzione delle chiese distrutte e al
risveglio della vita cristiana.
Fu amico di San Leopoldo Mandic e di San Pio X, che
lo definì “il più bel fiore dell’Ordine dei Cappuccini”.

Famiglia contadina,
adusa ai sacrifici,
di timore di Dio
e di costumi santi.

Una scuola di vita
in cui l’autorità
non diventa mai peso,
ma prima nel dovere.

Il vincolo di sangue
riassume l’unità,
e raddoppia la gioia
della fraternitĂ .

Giacinto a sedici anni,
chiamato dal Signore,
tra i Frati Cappuccini.
Diviene sacerdote.

A Padova e a Venezia
si fa stimar da tutti.
Per diciott’anni insegna
ai giovani studenti.

Poi la Provincia veneta
dei Frati Cappuccini
sceglie il padre Andrea
per proprio Superiore.

Il papa, Pio Decimo,
nominò il padre Andrea
vescovo di Treviso.
Fu consacrato a Roma.

Si presentò al clero
e a tutto il suo popolo
come Pastore e servo
in umiltà d’amore.

Visite pastorali.
Riforma del seminario.
Catechesi al popolo.
Ritiri spirituali.

Con la guerra mondiale
Treviso fu travolta
e ben cinquanta chiese
rimasero distrutte.

La rivolta fascista
divide i cattolici.
Fu sparso molto sangue
in tutte le cittĂ .

La Chiesa di Treviso
era pronta al martirio;
diede prova di fede
insieme al suo Pastore.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, Vol. IV, pp 188-189-190