San Tommaso Moro Martire
– Londra 1478 + 1535
Di famiglia nobile, si laureò in legge a Oxford. Si diede alla cultura classica. Studiò il greco ed il latino.
Ebbe legami con i piĂą dotti del suo tempo.
Cristiano esemplare, particolare amico dell’arcivescovo di Canterbury, Giovanni Morton. Frequentò i frati francescani del Convento di Greenwich e per qualche tempo alloggiò presso la Certosa di Londra. Sposò nel 1505 Giovanna Colt dalla quale ebbe quattro figli. Pregava molto e riceveva l’Eucaristia ogni giorno. Faceva delle penitenze.
Approfondì lo studio della Scrittura e della Teologia.
Nel 1504 fu eletto al Parlamento. Fu rappresentante della Corona, presidente della Camera dei Comuni e vice
tesoriere del re. Fu inviato come diplomatico presso alcune corti europee. Collaborò a scrivere la “Difesa dei sette sacramenti” per combattere l’eresia di Lutero. Quando Enrico VIII si mise contro il Papa, che gli negò il divorzio, difese con prove dottrinali e fermezza il sacramento e l’autorità del Pontefice. Vista l’ostinazione del re, dà le dimissioni dai suoi incarichi politici. Viene rinchiuso nella Torre di Londra. Moro si difese pubblicamente ma fu inutile. Il re gli commutò la pena dell’impiccagione in quella della decapitazione.
Rivolto al popolo dal palco dell’esecuzione disse forte: “Io muoio fedele a Dio e al re, ma a Dio innanzi
tutto”. Recitò il Miserere; si bendò gli occhi, rimosse la barba e pose la testa nel ceppo. Beatificato da Leone XIII nel 1886, fu canonizzato da Pio XI nel 1935. Nel 1850 fu ricostituita la gerarchia cattolica in Inghilterra.
Con forte volontĂ
e saggio equilibrio
te stesso hai governato
e hai servito il re.
Tu dal latino al greco,
dalla storia al diritto,
dagli affetti alla politica
hai rivelato il genio.
La stima dei potenti,
il plauso dei sapienti,
la fiducia dei poveri
hai meritato sempre.
L’illuminata fede,
l’intemerata vita
ti fanno testimone
di Cristo e della Chiesa.
Sei membro del Consiglio
e vice tesoriere.
Rappresentante all’estero
e fine diplomatico.
Nella tua bella casa
sono graditi ospiti,
insieme a tutti i cari,
i bisognosi ed umili.
Rimane tuo segreto
la fervida preghiera,
l’assidua penitenza,
la caritĂ squisita.
Onesto vuoi lo Stato
e libera la Chiesa.
L’orgoglio e l’eresia
combatti di Lutero.
Tu dai le dimissioni
quando Enrico ottavo
pretende il divorzio
e si ribella al Papa.
Il sacramento affermi
e l’obbedienza al Papa.
Ti chiude nella Torre
e ti condanna a morte.
Ma prima di morire
tu parli a tutto il popolo:
“Sono fedele al re
e prima ancora a Dio!”.
Hai perdonato il re
ed anche i tuoi carnefici.
La libertĂ non muore,
o San Tommaso Moro!
P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, Vol. VI, pp 53-54-55