Abbi misericordia
Tu indirizza il cuore
dove pietà necessita
e proprio il tuo cuore
sia il segno di pietà.
“Abbi pietà di me”
è il grido del tuo povero;
è quello che Dio stesso
ha affidato a te.
È l’esser nel bisogno
la voce che ti chiama,
la piaga che gli duole
e lo riduce infermo.
Non trasferire regole
stilate a tavolino,
ma guarda gli occhi suoi
e a quello che non ha.
Non aspettar che faccia
la diagnosi di sé,
per raccontarti storie
vissute nelle lacrime.
Devi guardare il viso,
devi guardar le mani,
devi guardare i piedi:
tutto di lui parla.
Ma a toccarti il cuore
più d’ogni sua parola
sarà il suo silenzio,
parola del suo cuore.
Ti spinge la coscienza?
Arriva dove puoi.
Ti chiama carità?
Dà tutto quel che hai.
Infine capirai,
che devi dar te stesso,
prendendo le sue piaghe
per mutarle in preghiera.
Se chi ti manda è Dio,
ti presta le sue mani,
ti presta il suo cuore,
ti dona il suo amore.
Tu proverai tal gioia,
che mai n’avesti uguale.
Sei diventato l’altro
e in te s’asconde Dio.
È appunto tal prodigio
rivoluzione autentica.
Così il mistero scende
dal cielo sulla terra.
P. G. Alimonti OFM cap, “L’Altro consolatore”, La Rivoluzione, pp 189-190