O ricco epulone
È ricca la tua mensa,
o ricco epulone.
Tu mangi a crepapelle
e ingurgiti bevande.
Il mucchio dei tuoi beni
soddisfa la tua gola,
e quello che possiedi
è tutto per lo stomaco.
Tra piatti e bicchieri
ti godi la fortuna.
Ritieni maledetto,
chi soffre e non ha niente.
Ne vedi un esempio
davanti alla tua porta.
C’è Lazzaro affamato,
piagato e tutto lacero.
Neppure uno sguardo
e meno ancora un pane.
Se intorno ha qualche cane,
gli lecchi le ferite.
O ricco epulone,
non è finita qui.
Al giunger della morte
Iddio farà giustizia.
Finisce la ricchezza,
finisce il possesso,
finisce il bivacco,
finisce il ben godi.
Piombato nell’inferno,
ricorri al padre Abramo.
Adesso può servire
quel mendicante Lazzaro.
Che venga lui da te,
non cerchi tu di più.
Tu ora ti contenti
di una goccia d’acqua.
Adesso ti preoccupi
dei tuoi fratelli vivi.
Capisci che faranno
la stessa tua fine.
O ricco epulone,
tu sei nell’abisso.
Per te, senza pietà,
non c’è alcun soccorso.
Tuo dio fu ricchezza
ed ora t’ha tradito.
La legge e i Profeti
ci bastano a salvarsi.
P. G. Alimonti OFM cap, “La via del Sale”, La mente e il cuore, pp 97-98