Poesie

Beata Chiara Luce Badano

Beata Chiara Luce Badano
Giovane focolarina
– Sassello (Sv) 29 ottobre 1971 + 7 ottobre 1990

Il papà è camionista, la mamma casalinga.
Bella, sensibile, intelligente.
È attratta verso anziani e malati.
A nove anni entra tra i Focolarini.
Conosce personalmente Chiara Lubich.
Frequenta a Savona il Liceo
classico e pratica vari tipi di
sport. Durante una partita a tennis
si manifestano forti dolori ad
una spalla. Prima diagnosi:osteosarcoma.
Vari e inutili interventi alla spina dorsale, chemioterapie,
paralisi alle gambe. In ospedale la sua stanza diventa
un cenacolo con la presenza dei giovani compagni e amici.
Dio le va svelando il suo progetto.
“Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto
le gambe … ma mi ha dato le ali …”.
Lo Spirito raffina la sua anima. Serenamente dispone
tutto per i suoi funerali. Vuole che sia una festa.
Le ultime parole: “Mamma sii felice, perché io lo
sono!”.

Tu sei Chiara di nome,
più chiara per virtù.
Posta sul candeliere
risplende la tua luce.

Oggi ci dice il Papa,
che tu sei già “Beata”.
Oggi per te l’altare,
i fiori e le campane.

Come la tua Fondatrice,
volevi esser santa
e innamorar di Dio
ragazzi come te.

Nei “Gen” hai militato.
La Vergine hai amato.
Volevi andare in Africa
per curare i bambini.

Non ha spezzato Dio
quel tuo sogno d’amore!
Dal Cielo lo farai.
Da lì si vede meglio.

Amante dello sport! …
Per ora ti risponde
una sedia a rotelle!
Dio ti dà le ali.

Ti piaceva la bici:
l’hai dovuta lasciare.
Non l’aria contro il viso:
corsia d’ospedale!

Hai detto a Chiara Lubich:
– Sto al gioco di Dio;
mi piace il suo disegno.
Sono proprio felice!

Non ho più tante cose;
ho il cuore per amare.
Egli mi vuole bene
ed il mio cuore canta.

La Parola del Vangelo
è il mio alfabeto.
Sono ancora piccola,
ma lo imparerò -.

I “Focolari” restano
la bella tua famiglia.
I tuoi amici sono
tutti intorno a te.

Col fuoco tu li scaldi.
Ad essi piange il cuore.
Ora con te diranno,
che l’amore è Gesù.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, vol. VII, pp 341-342-343