San Francesco Maria da Camporosso
San Francesco Maria da Camporosso
Rel. francescano cappuccino
– Camporosso (Im) 27 dicembre 1804
+ Genova 17 settembre 1866
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Fu educato a grande pietĂ dalla madre e da fanciullo aiutava
il padre nel pascolo del gregge e nel lavoro dei campi.
Sensibile verso i poveri ai quali era pronto a donare anche il
vestito appena comprato.
Il 14 ottobre 1822 entrò come terziario nell’Ordine dei Minori
Conventuali a Sestri Ponente.
Nel 1825 entrò nel noviziato cappuccino di San Barnaba in Genova,
come fratello laico. Fu poi assegnato alla casa provinciale
della SS.ma Concezione, dove restò dal 1827 fino
alla morte. Si dedicò ad un assiduo e generoso apostolato
tra i poveri, gli emigranti, i marinai. Li amò tanto e si fece
tanto amare. Essi gli diedero l’appellativo di “Padre santo”.
Il suo sguardo, la sua parola, la sua carezza erano sempre
un dono atteso e benefico. Era assai austero. Digiunava
quasi tutti i giorni e si nutriva di pane secco ammollato nell’acqua
calda. Sempre scalzo. Dormiva su due assi. Allo
scoppio del colera offrì la vita per la sua città .
Nel 1911 le sue spoglie furono traslate dal cimitero di
Staglieno (Ge) alla chiesa della SS.ma Concezione. Papa
Giovanni XXIII lo proclamò Santo il 9 dicembre 1962.
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Sei proclamato Santo dalla Chiesa
ma i cari pescatori genovesi
con questo appellativo ti chiamavano
mentre questuavi e davi tanto amore.
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Ognuno d’essi dava un po’ di pesce
con l’umiltĂ di chi riceve e dĂ
nel nome del Signore caritĂ .
Negli occhi tuoi vedevano GesĂą.
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Avevi per ognuno la parola,
che mette dentro il cuore la speranza
e dà ristoro all’anima assetata.
Facevi tuoi, dolori e sofferenze.
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Il tuo saluto stesso trasmetteva
serenitĂ , fiducia, contentezza.
Atteso sempre il gesto della mano,
carezza per bambini e per adulti.
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I pescatori, e l’onda e quelle barche,
e i pescatori spesso dentro l’acqua,
ti fanno ricordare che GesĂą
proprio tra questi scelse i suoi apostoli.
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Col camminare scalzo e digiunare
per vari giorni alla settimana,
con dure penitenze contraccambi
il dono che ricevi in caritĂ .
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Per mantenere fede alla promessa
di intercessione presso la Madonna,
per tutto il giorno a Lei vai dedicando
le fervide corone del rosario.
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Al nome di Francesco ti aggiunsero
quello della Madre di GesĂą
quale giusto profetico binomio
perché insieme tu Li ami e invochi.
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Gli emigranti verso le Americhe
sapevan di trovare te nel porto.
Tu col sorriso e col fraterno abbraccio
rendevi sopportabile l’addio.
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Dormivi su due assi o nuda terra
per ottener dal Ciel la conversione
di tanti che lontani son da Dio
o sono afflitti dalle malattie.
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Milleottocentosessantasei:
l’epidemia miete tante vittime.
La caritĂ ti spinge ad offrire
la vita affinché cessi il colera.
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Dapprima come angelo soccorri,
passando tra le case e tra i malati;
quando sorella morte ti rapisce
diventi tu un angelo del Cielo.
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P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol. IV, pp 131-132-133