14 settembre
È la travolgente, mistica operazione di Dio sull’anima prima e poi sul corpo del serafico Francesco. Le parole umane tentano una ricostruzione, ma la realtà trova appena una vaga immagine nell’ordinato scatenarsi delle potenze della natura da noi conosciute. Francesco è lì vivo e tuttavia come ucciso
dall’amore che dà la vita.
Note
Leg. mag. XIII, 3 FF. 1225:
Un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, mentre pregava sul fianco
del monte, vide la figura come di un serafino, con sei ali tanto luminose quanto infocate, discendere dalla sublimità dei cieli: esso, con rapidissimo volo, tenendosi librato nell’aria, giunse vicino
all’uomo di Dio, e allora apparve tra le sue ali 1’effigie di un uomo crocifisso, che aveva mani e piedi stesi e confitti sulla Croce. Due ali si alzavano sopra il suo capo, due si stendevano a volare e
due velavano tutto il corpo.
IL 14 SETTEMBRE
Quanto invocato fu quel santo giorno:
il venerdì, quattordici settembre,
1’Esaltazione della Santa Croce,
milleduecentoventiquattro, all’alba.
Lo sconfinato spazio m’isolava,
e sotto e sopra e intorno oscurità.
Non raggiungeva il cielo la mia voce.
Non rimandava l’eco la distanza.
Dirò che sulla roccia i piedi avevo,
ma non so dir se in cielo o sulla terra.
Si concentrò lo spirito nel gaudio,
provò terrore il corpo e 1’intelletto.
Come d’estate schianta il temporale
e fiori e foglie e rami; e con le nubi
il forte vento avvolge tutto il resto
tra lampeggiar ch’acceca ed atterrisce;
così 1’Eterno spazza dallo spirito
ogni terrena traccia di miseria
e 1’alma immerge in luce inaccessibile,
dov’è perfetto amore e sommo gaudio.
Quando di nuovo asconde il volto Suo,
tutta morire senti 1’alma tua;
imprigionata dentro la materia,
fatica qual fanciullo in mosso lido.
Come cadente stella fende spazio
il Serafino Crocifisso e sta.
Tutta trafigge 1’anima d’amore;
poi va, lasciando me, ferito a vita.
P. G. Alimonti OFM cap, Ritratto francescano, vol. 2 p 82