Messa quotidiana

Omelia 8-7-16

Sangue di Cristo salvaci

Santi Gregorio Grassi, Francesco Fogolla e 24 compagni

 Martiri Cinesi vittime dei Boxer

Il 1° ottobre del 2000, papa Giovanni Paolo II ha canonizzato un numeroso gruppo di 120 martiri, che subirono il martirio in diverse località del Tonchino (Vietnam) e Cina e che vennero beatificati in vari gruppi dal 1746 al 1951.
Essi furono vittime delle ricorrenti persecuzioni scatenate dai vari imperatori che si succedevano. Morirono a migliaia (circa 30.000), fra cui vescovi, sacerdoti locali, missionari europei, seminaristi, religiosi di vari Ordini, suore di molte Congregazioni, catechisti, e fedeli laici di ogni categoria, sia maschili che femminili.
Fra le decine di migliaia di fedeli cinesi, che con lo slancio di una fede generosa, morirono eroicamente in difesa di una religione, che se pur venuta da lontano, essi avevano accettata ed assimilata con il suo messaggio salvifico per tutti gli uomini, accogliendo e proteggendo i suoi ministri; solo di una piccola parte si è potuto istruire un processo ufficiale per additarli a tutta la cristianità, in virtù della loro fede professata e del loro martirio finale.
Fra i 120 nuovi santi, vi è un gruppo di 29 tutti appartenenti all’Ordine Francescano, uccisi dai fanatici ‘boxers’ il 7 e 9 luglio 1900; il glorioso gruppo capeggiato liturgicamente dal vescovo Gregorio Grassi, comprende 3 vescovi, 4 sacerdoti, 1 fratello religioso, 7 suore Francescane Missionarie di Maria, 14 laici cinesi di cui 5 erano seminaristi e 11 Terziari Francescani; tutti beatificati nel 1946 da papa Pio XII.
Essi, meno tre, facevano parte della Missione denominata “Casa di S. Pasquale” situata a Tai-yuen-fu nello Shan-si, che comprendeva una cattedrale, un orfanotrofio di oltre 200 orfanelle, il Seminario Maggiore per il clero cinese, un convento francescano in un paese poco distante dalla celebre e antica città, un ambulatorio, un costruendo ospedale e inoltre era la residenza del Vicario Apostolico dello Shan-si, il già citato mons. Gregorio Grassi.
Quando il 5 luglio 1900 i famigerati ‘boxers’, setta sanguinaria che aveva lo scopo di scacciare gli stranieri Occidentali e segnatamente i missionari cattolici e protestanti, più radicati nel territorio e benvoluti da parte del popolo, arrivarono a Tai-yuen-fu, essi cominciarono a distruggere le case e il tempio dei Protestanti, che essendo più ricchi, furono saccheggiati per primi.
Il vescovo Grassi e il suo coadiutore mons. Fogolla, cercarono di mettere in salvo i cinque seminaristi presenti, ma essi furono fermati alla porta Han-si della città e riconosciuti dagli abiti talari che indossavano, furono condotti dai soldati del crudele viceré Yü-sien che capeggiava anche i ‘boxers’, con il beneplacito della settantenne imperatrice Tz-Hsi, al tribunale del sottoprefetto.
Venne chiesto loro ripetutamente di apostatare il cristianesimo ed al rifiuto dei seminaristi, fu messa al loro collo una pesante canga (una specie di gogna, strumento di pena cinese) e lasciati agli insulti dei pagani, fino a tarda notte; poi vennero rilasciati e si unirono ai loro pastori, che non vollero più lasciare, nonostante gli inviti a fuggire dei vescovi e degli stessi mandarini.
I cinque seminaristi sono: Giovanni Tciang di 23 anni, minorita, Terziario Francescano; Patrizio Tong di 18 anni, terziario; Filippo Tciang di 21 anni, terziario; un secondo Giovanni Tciang di 22 anni, terziario; Giovanni Wang di 16 anni, terziario; questi i cinque fiori colti nel Seminario indigeno, che con lo spirito d’immolazione dei primi cristiani, non vollero né apostatare, né lasciare soli i padri e le suore della “Casa di San Pasquale”.
A loro bisogna aggiungere i nove domestici cristiani cinesi, la cui fedeltà e dedizione portata spesso fino all’eroismo, sono cose ben note; il servizio prende allora la forma di ossequio religioso e di gratitudine per il dono della fede ricevuta.
Quando i missionari furono portati nella “Casa della Pace Celeste”, una specie di albergo utilizzato come un carcere provvisorio, i più fedeli li seguirono, fra la meraviglia degli altri cinesi; nei cinque giorni di detenzione dal 5 al 9 luglio 1900, le porte del carcere per loro erano aperte, potevano ritornare alle loro famiglie, ma essi preferirono restare e condividere la sorte dei missionari, che l’avevano innalzati con il battesimo alla dignità di Figli di Dio.
Citiamo solo i loro nomi, ma ognuno di essi era diventato per i missionari o per il singolo missionario a cui era affidato, il compagno della vita quotidiana e dei loro viaggi, frequentavano la Chiesa ed i Sacramenti, quasi tutti Terziari Francescani; la loro fede genuina fu il supporto per affrontare senza esitazione la morte, inflitta selvaggiamente dai pagani.
I loro nomi: Tommaso Sen di 34 anni; Simone Tceng di 45 anni; Pietro U di 40 anni; Francesco Tciang di 62 anni; Mattia Fan di 45 anni; Giacomo Yen di 45 anni; Pietro Tciang di 51 anni; Pietro Wang di 30 anni; Giacomo Tciao di 50 anni.
Il 9 luglio 1900 i 26 martiri di Tai-yuen-fu, furono portati con la scusa di essere interrogati, nel cortile del tribunale, e lì improvvisamente furono massacrati in una orrenda carneficina a colpi di sciabolate, in un mare di sangue, quasi tutti decapitati, le suore lo furono per ultime.
Le teste dei vescovi e di qualche padre furono innalzate alla porta Meridionale, mentre i corpi dei martiri tutti mutilati, furono lasciati all’offesa della plebaglia pagana fino a sera; furono poi ammassati in una fossa comune vicino alle mura della città, presso la Grande Porta Orientale, dove rimasero per tre giorni, in pasto ai cani ed agli uccelli rapaci.
Poi per paura di una pestilenza, furono sepolti alla rinfusa fuori le mura, assieme alle ossa anonime di mendicanti e giustiziati. Solo nel gennaio 1901 dopo l’intervento armato delle Potenze Occidentali, i ‘boxers’ vennero dispersi, l’imperatrice esiliata e i corpi dei martiri esumati per dare loro una degna sepoltura.

Autore: Antonio Borrelli

 


Ecco i nomi di tutti i santi martiri cinesi uccisi dai Boxer e festeggiati oggi nell’anniversario del loro martirio:

90382 – Gregorio Grassi, vescovo,
90313 – Francesco Fogolla, vescovo,
61425 – Elia Facchini, sacerdote,
91733 – Teodorico Balat, sacerdote,
91734 – Andrea Bauer, Frate Minore;
91688 – Maria Erminia (Irma Grivot), suora,
91694 – Maria Chiara (Clelia Nanetti), suora,
91691 – Maria Adolfina (Maria Dierkx), suora,
91690 – Maria Amandina (Paolina Jeuris), suora,
91689 – Maria della Pace (Marianna Giuliani), suora,
91693 – Maria di S. Natalia (Giovanna Maria Kerguin), suora,
91692 – Maria di S. Giusto (Anna Maria Moreau), suora,
– Giovanni Zhang Huan,
93287 – Patrizio Dong Bodi, seminarista,
– Filippo Zhang Zhihe,
– Giovanni Zhang Jingguang,
93288 – Giovanni Wang Rui, seminarista,
– Tommaso Shen Jihe,
93289 – Simone Chen Ximan, laico,
– Pietro Wu Anpeng,
– Francesco Zhang Rong,
93291 – Mattia Fen De, laico,
– Giacomo Yan Guodong,
– Pietro Zhang Banniu,
93290 – Giacomo Zhao Quanxin, laico,
– Pietro Wang Erman.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l’opera delle nostre mani.

Dal libro del profeta Osèa
Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: «Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia».
«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia».
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 50 
La mia bocca, Signore, proclami la tua lode.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. 

Canto al Vangelo   Gv 16,14
Alleluia, alleluia.

Quando verrà lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità,
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.

Vangelo   Mt 10, 16-23
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».