Lettera a P. Guglielmo
Caro padre, ci apprestiamo al Natale, la festa dell’amore per eccellenza eppure sembra che ci sia solo odio in questo mondo.
Vedere ogni giorno persone uccise in nome di una religione, di un credo, di Dio, fa solo paura.
Dobbiamo stare attenti persino se siamo caritatevoli con qualcuno perché potrebbe essere un delinquente pronto a colpirci.
Questa diffidenza non ci porta ad aiutare il prossimo ma solo a rinchiuderci in noi stessi.
Sembra che il Signore, il nostro amato Padre, ci abbia un po’ abbandonati.
Può bastare solo la preghiera? come ci insegnava Padre Pio, per riuscire a superare questa situazione così grave?
RISPOSTA di Padre Guglielmo
Il contenuto del primo quesito è molto complesso.
Conviene rispondere distintamente ai quattro punti più importanti.
1) – Il Natale è la Festa dell’Amore.
Lo è per il mistero che implica: la nascita del Verbo Incarnato.
Ma qui c’è già una selezione da fare sul piano della fede.
Per chi è festa dell’amore?
Per chi conosce Gesù, crede in Gesù, ama nel nome di Gesù.
È ora di aprire la tenda dell’illusione.
Dietro una Europa cristiana, oggi vive un gruppo di nazioni dove il cristianesimo, e il cattolicesimo è più parvenza che realtà.
È l’analisi evidenziata dal Papa S. Giovanni Paolo II°, che sentì perciò l’urgenza di promuovere una nuova evangelizzazione.
Ormai oltre il 70% di questi popoli vive secondo un codice laico.
Molti si proclamano atei e molti altri ammettono di credere in un Dio ma rifiutano i Comandamenti e la Chiesa, che definiscono istituzione indebita ed arbitraria.
A dare queste risposte c’è da sudare.
C’è rigurgito di paganesimo nella cultura e nei costumi.
Dall’altro lato c’è da riconoscere che quella parte dell’europa che crede in Cristo e nel vangelo e obbedisce alla Chiesa è consapevole e impegnata nella testimonianza del vangelo con più maturità.
È il piccolo gregge fedele e forte, una schiera di santi e di martiri che proclama con l’amore e col proprio sangue la pace nel mondo.
Basti pensare agli ultimi pontefici: grandi pastori e grandi santi.
2) – Chi uccide nel nome di un Dio fa paura!
Fanatismo e violenza formano un dissacrante binomio, ma non è nuovo.
Oggi stupisce la facilità e la crudeltà con cui colpiscono.
È una provocazione dell’odio contro l’amore.
Mirano a cancellare la croce.
È una vocazione dei pagani già dai tempi dell’impero romano: “i cristiani alle belve!”
Quanti hanno emarginato il vangelo e la fede cristiana oggi hanno occasione di riflettere sull’importanza di questi valori.
A carnevale sono i bambini ad andare in giro con la maschera, a Natale sono gli adulti.
3) – Rischio nel fare opere di carità?
La carità vera non ha paura di niente e di nessuno.
È l’espressione più pura e più alta del vangelo di Gesù.
Una Chiesa dalle mani chiuse sarebbe una Chiesa dal cuore chiuso.
Papa Francesco lo va gridando in ogni angolo del mondo.
4) – Basta la preghiera?
Padre Pio non ha mai detto che basta la preghiera a risolvere tutti i problemi umani.
Ricordiamo che egli oltre a creare il poderoso movimento dei “Gruppi di Preghiera”, fonte di grande energia spirituale, ha fondato la Casa Sollievo della Sofferenza per curare gli infermi e dare la possibilità ai poveri di curare la propria salute allo stesso modo di quelli che hanno i mezzi, cioè i ricchi.
Padre Pio ha risposto a questo mondo senza speranza con una vita di immolazione eroica per la salvezza di tutti gli uomini.
Non è Dio che ha abbandonato gli uomini, ma sono gli uomini che hanno abbandonato Dio.
Però attenzione.
Sappiamo dalla Bibbia a quale prezzo il popolo eletto ha fatto questa esperienza.
Paolo direbbe che in questo tempo sono gli onesti ad essere messi alla porta e non gli omicidi.