Santi Nicola Tavelic, Stefano da Cuneo, Deodato Aribert da Ruticinio e Pietro da Narbona
Santi Nicola Tavelic, Stefano da Cuneo,
Deodato Aribert da Ruticinio
e Pietro da Narbona
Sac. francescani minori martiri
† Gerusalemme 14 novembre 1391
Per mandato del Generale dell’Ordine, questi eroici frati si ritrovarono nel convento francescano di Monte Sion in Palestina.
Ai francescani infatti è affidata la Custodia della Terra Santa. Era l’anno 1383.
Vi rimasero per otto anni senza poter svolgere apostolato a causa dell’ostinazione musulmana, che non tollera evangelizzazione.
Monte Sion è come una piccola isola in mezzo all’oceano dei musulmani. I quattro religiosi si preparano e decidono di esporre in pubblica piazza la fede cristiana, confutando i testi del Corano e il fanatismo musulmano. Il Cadì, sindaco della città, permette.
I musulmani protestano e si scatenano. Il Cadì ordina la calma ai suoi e l’abiura ai frati. Poiché si rifiutano, i quattro vengono per tre giorni seviziati in carcere. Ricondotti in piazza vengono massacrati. I resti dei loro corpi furono bruciati e la cenere dispersa. Geraldo Calveti, Custode di Terra Santa, due mesi dopo descrive e pubblica l’atroce martirio. Paolo VI li canonizzò il 21 giugno del 1970.
– Siamo Nicola e Stefano
e Deodato e Pietro;
vogliamo confutare
Corano e Maometto.
Annunzieremo Cristo
nel mezzo della piazza.
Potrà chiunque vuole
richieder la parola -.
È questo il permesso
richiesto al Cadì.
Gerusalemme è tutta
raccolta nella piazza.
I quattro francescani
espongono con calma
l’intera verità,
che viene da Gesù.
I figli di Allah
a stento frenan l’ira.
Ma presto scoppia l’urlo:
– A morte gli infedeli! –
Li modera il Cadì
e stabilisce subito:
– Dovranno ritrattare,
se no, saranno uccisi -.
È questa la sentenza
e questo il tribunale.
I francescani affermano:
– Giammai rinnegheremo! –
In carcere tre giorni
subiscono sevizie.
Per l’ultimo appello
son ricondotti in piazza.
I quattro frati giurano:
– Siam pronti a morire! –
Con mazze e scimitarre
sono ridotti a pezzi.
I pezzi messi al fuoco,
e fatta scomparire
la cenere che resta,
per non lasciar reliquie.
C’è chi ha visto tutto
e raccontare può
la santità dei frati,
e l’ira dei carnefici.
Paese di Gesù,
sei sempre amata terra
dei figli di Francesco
e meta dei cristiani.
P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, vol III, pp 221-222-223