Poesie

San Diego d’Alcalà

San Diego d’Alcalà
Rel. franc. min. – Alcalà del Puerto (Spagna) c. 1400
+ Alcalà de Henares 12 novembre 1463

Nulla sappiamo della sua famiglia e dei suoi primi anni. Fin da giovane era fervente nella preghiera e assiduo alle penitenze.
Fu accolto dai francescani di Arizafe vicino Cordoba.
Novizio laborioso, fu inviato alle Canarie.
Ordinato sacerdote predicò molto efficacemente la Parola di Dio.
Nel 1449 torna in Spagna e nel 1450 è a Roma per la canonizzazione di San Bernardino da Siena.
Morì in Spagna nel convento di Alcalà de Henares.
Molti i prodigi a lui attribuiti, alcuni dei quali illustrati nei cicli pittorici di Bartolomé Esteban Murillo e Annibale Carracci.

Al posto dei colori
potremmo scriver “Diego”
e tutti grideranno:
“la bandiera spagnola!”

Su ogni dieci, uno
si chiamerà così.
L’ha scritto uno spagnolo.
È tanta devozione!

Fanciullo zappi l’orto
e fabbrichi utensili,
che vendi per comprare
le scarpe ed il vestito.

Poi vai ad Arizafe,
non lontano da Cordoba,
e tra i frati Minori
cominci il noviziato.

Tu sei fratello laico
perchè non hai cultura:
ti sono riservati
lavori più pesanti.

Parti per le Canarie,
a fare il missionario.
Impari quella lingua.
Sei eletto “guardiano”.

Gli indigeni t’ascoltano
e chiedono Battesimo.
Ma i padroni avidi
ti tendono insidie.

Sei pellegrino a Roma
per lucrar l’indulgenza
del santo Giubileo.
Nicolò quinto è Papa.

Ahimè! Scoppia la peste
e i prelati fuggono
compreso il Pontefice.
La gente è disperata.

Or sembra il venerdì
che va a morir Gesù,
e tutti i suoi discepoli
si danno alla fuga.

Fra Diego resta lì.
Tra il caos di Roma.
Soccorre e dà conforto,
organizza ricoveri.

Terminata la peste
ritorna nella Spagna.
Ad Alcalà de Henares
regala i suoi prodigi.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, vol III, pp 227-228-229