Poesie

Lasciate le reti

Un tale comando
vien solo dal Signore.
Non è un consiglio,
non è un ripiego.

È come un rimbombo,
che scoppia nell’anima.
Ti domandi cos’è.
Ti domandi perché.

Non puoi patteggiare,
non puoi ritardare.
Puoi solo domandare:
che cosa debbo fare?

Lasciò la rete Pietro,
lasciò la rete Andrea,
e Giacomo e Giovanni,
figli di Zebedeo.

Avevano la casa.
Avevano famiglia.
Avevano un mestiere.
Avevano amici.

Lasciò la terra Abramo.
Lasciò Mosè il gregge
e Paolo di Tarso
lasciò quell’altra rete.

O reti abbandonate,
finita è la fatica?
Finita è la fortuna?
Marcite in fondo al mare?

I nostri pescatori,
hanno cambiato il mare:
i pesci catturati
avranno vita eterna!

Abbonda più di prima,
perché le reti calano
agli ordini di Cristo,
dove e quando Egli vuole.

Risuona in tutto il mondo
l’invito di Gesù.
I pescatori sono
d’ogni età e ceto.

Il paradiso è pieno,
ma lì c’è sempre posto.
Nel mondo è primavera
dal giorno di quel grido.

Gesù li muta in gregge,
che pascola nel verde.
Si nutrono di Lui,
lo seguono nel cielo.

P. G. Alimonti OFM cap, “L’altro consolatore”, Dieci dita, pp 191-192