Poesie

San Pietro d’Alcantara

San Pietro d’Alcantara
Sac. francescano minore – Alcantara (Spagna) 1499
+ Estremadura (Spagna) 18 ottobre 1562
A 16 anni veste l’abito francescano.
Subito e sempre vivrà nella più rigida Osservanza della Regola. Molto si adoperò per riportare la perfetta osservanza, soprattutto nella Spagna. Per questo fu molto contrastato e dovette soffrire.
Guidò Santa Teresa d’Avila, la grande mistica, a sua volta riformatrice del Carmelo. Lei testimoniò d’aver visto nella  gloria del Cielo quel religioso vissuto nella dura penitenza,  nel continuo digiuno, nell’assoluta povertà.
I biografi stessi si stupiscono come egli abbia potuto vivere 63 anni, nonostante quell’estrema austerità.
Il Signore lo confortò con doni singolari.
Il superbo Carlo V lo voleva come confessore. Il Santo ricusò, preferendo piuttosto pregare per la sua salvezza eterna. Rimase sorpreso il confratello, che un giorno lo scorse nudo nella grotta dell’orto. Il Santo spiegò: “Ho lavato l’unico abito, sto aspettando che si asciughi”. Morì confortato dalla visione del Signore.
Santa Teresa d’Avila
è tua penitente.
La guidi nel rigore
di perfetta osservanza.

Risplende in ambedue
la luce della mistica.
Lei di virtù eroica
è stella del Carmelo.

Ci testimonia lei
l’intensa tua preghiera,
la dura penitenza,
la rigida osservanza.

Si chiede come puoi
per tanti anni vivere
la povertà estrema
e le continue veglie.

Ti vede già nel Cielo
premiato dal Signore
con la fulgente gloria
e la letizia eterna.

T’ispira San Francesco
di prender senza chiosa
la coraggiosa Regola,
che gli dettò Gesù.

È specchio del Vangelo.
È sì, la via stretta,
che porta dritto al Cielo
e rende lode a Dio.

E quando lavi l’abito
sei nudo nella grotta,
aspetti che s’asciughi,
perché n’hai uno solo.

Al tuo patire aggiungi,
più duro del patire,
quell’esser contestato
dai cari confratelli.

Con evidenti segni
dal Cielo Dio conferma,
che quanto tu sostieni
è chiaro Suo volere.

Suo confessor ti vuole
il grande Carlo quinto.
Con umiltà lo supplichi
che tanto non ti chieda.

Quanto il patire amaro,
tanto il morir fu dolce.
Non fu alcun addio,
ma solo il lieto: “Eccomi”.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol. III, pp 281-282-283