Bruno nacque a Colonia, nell’anno 1030ca. Giovanissimo, nel 1045ca. si trasferisce a Reims. Eccelle negli studi della filosofia e della teologia al punto che Herimann, rettore dell’Università, lo vuole suo successore. Bruno diventa così rettore della scuola di Reims; non ha ancora trent’anni.
Vive in un tempo storico caratterizzato dalle lotte delle investiture, e la nomina di Manasse, che governò la chiesa più da gran signore feudale che da vescovo, fece abbattere sulla chiesa di Reims una bufera. La lotta contro Manasse durò quattro anni duranti i quali Bruno e i suoi compagni perdono tutto, beni, cariche, uffici e sono costretti all’esilio presso il conte Ebal de Roucy.
A Bruno viene proposta la carica prestigiosa di vescovo di Reims, ma Bruno anela al deserto.
Con sei compagni si reca da Ugo, Vescovo di Grenoble. Ugo ha sognato sette fulgide stelle; erano i sette pellegrini che trovano così il luogo deserto anelato da Bruno: la valle di “Certosa”.
Iniziata nel 1084, la prima certosa avrà il nome di Santa Maria di Casalibus, cioè delle capanne.
Nel 1088 Eudes de Chatillon, che è stato alunno di Bruno a Reims, diventa Papa assumendo il nome di Urbano II. Desidera avere al suo fianco una mente eccelsa come Bruno, che nel frattempo vive felice da sei anni nel suo “deserto” di Certosa. Lo vuole a Roma. Bruno lacerato dal distacco non può disobbedirgli, lo raggiunge lasciando Certosa. Ma Urbano II è costretto a fuggire da Roma, Bruno lo segue e nel 1090 si rifugiano in Calabria. Urbano II offrì a Bruno il vescovado di Reggio Calabria, ma egli lo rifiuta. Bruno chiede al Papa di poter tornare alla vita contemplativa.
Urbano II esaudisce il suo desiderio ma deve rimanere in Calabria. La valle di Santa Maria della Torre a 850 metri di altezza si mostra come deserta, boscosa, accetta quindi l’offerta del conte Ruggero, normanno, che gli fa dono di quelle terre.
In quel luogo costruirono la nuova certosa che prenderà il nome da Santa Maria della Torre, la cui chiesa verrà consacrata il 15 agosto del 1094 dal vescovo di Palermo.
L’aspetto dominante del carattere di Bruno è stato il suo desiderio di solitudine; Bruno però non è mai fuggito. Ha rinunciato ad agi ed onori e ha scelto il “deserto” perché lo considerava un mezzo per raggiungere Dio.
Bruno ci fa capire che il deserto non è assenza degli uomini ma presenza di Dio, ovunque noi siamo.
San Bruno muore nel 1101, il 6 ottobre.
Il mio spirito esulti nel Signore
Dalla «Lettera ai suoi figli Certosini» di san Bruno (Nn. 1-3; SC 88, 82-84)
Dai frequenti ed affettuosi rapporti del nostro caro fratello Landowino sono stato informato della vostra fedeltà assoluta alla regola, e dico che ciò vi fa veramente onore. L’anima mia si rallegra nel Signore sapendovi grandemente impegnati a perseguire l’ideale della santità e della perfezione. Ne godo veramente e sono portato a lodare e ringraziare il Signore, e tuttavia sospiro amaramente. Esulto certo, com’è giusto, per la copiosa messe delle vostre virtù, ma sono addolorato e mi vergogno di starmene inerte e pigro nella bruttura dei miei peccati.
Ma voi, o miei carissimi fratelli, gioite per la vostra sorte beata e per la grande abbondanza della grazia di Dio su di voi. Gioite perché siete restati incolumi tra i pericoli d’ogni genere e i naufragi di questo mondo in tempesta. Gioite perché avete raggiunto la sicura quiete nell’oasi più protetta, a cui molti non arrivano, nonostante la loro volontà ed anche i loro sforzi. Molti altri l’hanno bensì raggiunta, ma poi ne furono esclusi, perché a nessuno di essi era stato concesso dall’alto.
Perciò, o miei cari fratelli, sappiate e tenetelo per certo che chiunque ha goduto di questo bene prezioso, qualora dovesse perderlo per qualche motivo, se ne dorrà senza fine, sempre che abbia qualche stima o cura della salvezza dell’anima sua.
Quanto a voi, carissimi miei fratelli laici, io dico: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1, 46), perché vedo la magnificenza della sua misericordia sopra di voi, secondo quanto mi riferisce il vostro priore e padre, che molto vi ama ed è assai fiero e contento di voi.
Esultiamo anche noi, perché interviene Dio stesso a istruirvi, a dispetto della vostra poca familiarità con le lettere. L’Onnipotente scrive con il suo dito nei vostri cuori non solo l’amore, ma anche la conoscenza della sua santa legge. Dimostrate con le opere ciò che amate e ciò che conoscete.
Infatti quando con ogni assiduità e impegno osservate la vera obbedienza, è chiaro che voi sapete cogliere saggiamente proprio il frutto dolcissimo e vitale della divina Scrittura.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gn 3, 1-10 I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro.
Dal libro del profeta Giona
In quei giorni, fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco, e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!».
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 129 Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
Canto al Vangelo Lc 11,28 Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano. Alleluia.
Vangelo Lc 10, 38-42 Marta lo ospitò. Maria si è scelta la parte migliore.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».