L’affarista
Non conosciamo le circostanze
dell’aggregazione di Giuda
al gruppo degli Apostoli,
ma certamente fu chiamato da Gesù.
Per più anni ascoltò
la verità del Vangelo.
Condivise fatiche e pericoli.
Constatò la potenza dei miracoli.
Assistette alle battaglie di Gesù
contro gli spiriti infernali.
Tuttavia la sua vicinanza a Gesù
rimase opaca, quasi anonima.
Definì uno spreco l’unguento prezioso
con cui la peccatrice pentita
unse i piedi di Gesù.
Si permise tale osservazione
alla presenza di tutti.
Fu una indiretta accusa
alla persona di Gesù.
Con tono sdegnato affermò:
– Si poteva dare ai poveri! –
Fu solo un’occasione mancata
al suo mestiere di ladro.
Insomma va dietro Gesù
per accumulare denari!
Comunque aveva fatto i suoi calcoli:
se l’attività del maestro fallisce
almeno mi garantisco un futuro.
No! Lo bruciò il suo futuro.
Perché non ammise prima l’errore
che alla fine lo portò ad impiccarsi?
Rubare e perfino vendere il Maestro
non può essere un affare.
Nel peccato chi ci guadagna
è soltanto il demonio!
In prospettiva appare un guadagno,
in definitiva è sempre un disastro.
– Meglio per lui se non fosse nato! – (cfr Mc 14,21)
Eppure fino alla fine
è stato amato da Gesù.
P.G. Alimonti OFM cap, I colori del vespro, vol 1, pp 193-194